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Milano
"Martina? Ok per la transizione". Majorino lancia il 5 maggio
Pierfrancesco Majorino

di Fabio Massa

Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare del Comune di Milano, ha lanciato l'idea di una grande "riunione" per far rinascere il Pd e la sinistra, a partire da Milano. L'appuntamento è per il 5 maggio, alle 15. Luogo ignoto. "Per ora", spiega Majorino ad Affaritaliani.it Milano. "E vorrei precisare che il 5 maggio non c'entra con il Manzoni o con la nascita di Karl Marx"...

Magari c'entra con la sconfitta storica dell'Inter nel 2002...
Se così fosse probabilmente il sindaco Beppe Sala non ci sarebbe (ride, ndr). Diciamo che è un'occasione per incontrarsi e per discutere da dove ripartire dopo lo tsunami che sono state le elezioni del 4 marzo. Il risultato peggiore della storia della sinistra italiana. Io penso che anche da Milano ci siano persone che debbano farsi sentire.

Ma chi saranno i partecipanti?
E' nato dal confronto di persone che hanno fatto un lungo percorso insieme. Ovvero dall'esperienza della sinistra del Pd. Ma l'intenzione non è quella di rinchiudersi in una miniriserva, ma anzi aprirci all'interno del partito e pure fuori.

Ha bacchettato i turborenziani. Perché?
Li vedo molto aggressivi in questo periodo e molto rancorosi, non capendo che è naturale che sia sul banco degli imputati anche la gestione di questi anni, altrimenti non avremmo preso la botta che abbiamo preso. Dopodiché...

Dopodiché?
Dopodiché non si ricostruisce niente dicendo che Renzi è stato cattivo. Si ricostruisce parlando di futuro e della vita delle persone. Non possiamo trasformare il Pd in una grande LEU, anche perché non mi pare che sia andata benissimo. Io vorrei un partito però molto più radicale su alcuni temi, come la questione sociale o ambientale.

Chiariamo una volta per tutte che cosa pensa lei del rapporto con il Movimento 5 Stelle.
Io non sono per un no a priori. Ma devo dire che non fanno neppure niente per rendere interessante il rapporto con loro. Se davvero Di Maio volesse aprire una discussione con il Pd dovrebbe mettere là un programma per l'Italia, e non enunciazioni generiche. Io non sono renziano, e non mi piace l'idea che non si dialoga per quello che ci hanno detto in passato. Però urta perfino me il tono ad esempio di Toninelli, che dice venite con noi così riparate ai guasti che avete fatto... E' evidente che non è un tentativo di dialogo e interlocuzione. Finché pensa che noi o la Lega siamo sullo stesso piano è chiaro che non si può aprire nessuna discussione. Però penso che siamo ancora di fronte ad azioni tattiche per mettere fretta a Salvini.

Maurizio Martina si candida alla segreteria. Che cosa ne pensa?
Come segretario di transizione va assolutamente bene. Ma sono convinto che tra alcuni mesi bisogna scegliere con un congresso con primarie, partecipato. A quel punto secondo me andranno valutate tutte le candidature che ci saranno. Ad oggi per Martina può mettere ordine a una gestione impazzita: basta leggere le interviste dei leader nazionali per rendersene conto.

Torniamo al 5 maggio. Beppe Sala ci sarà. Ha invitato anche Pisapia?
Ci sarà Pietro Bussolati, il segretario del partito. E viene Giorgio Gori, il nostro candidato alla Regione. Con Giuliano ci devo ancora parlare, ma è chiaro che sarebbe bellissimo se ci fosse anche lui. Mi auguro che un giorno sia di nuovo in campo perché c'è bisogno della sua intelligenza.

Milano è stata mortificata in questi anni di gestione del partito?
Penso che questo sia un punto centrale. Si è proprio deciso di tenerla ai margini. Siamo stati elogiati nei discorsi ma concretamente non si è fatto nulla. Non esprimevamo neppure un sottosegretario. E non è un problema di poltrone ma di rappresentanza, di una storia che è stata molto positiva in questi anni e che è stata ignorata.

fabio.massa@affaritaliani.it

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