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Milano
Sumaya alla Cultura, il Pd di Milano non può fare come Ponzio Pilato
Beppe Sala

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C'era una volta Sumaya Abdel Qader. La consigliera, sempre sorridente, è una pietra dello scandalo fin dalla sua candidatura. Il Pd di Milano l'ha voluta fortemente. L'ha fatta eleggere. Ora, l'hanno scelta come presidente della Commissione Cultura. Scelta sbagliata? Scelta giusta? Premessa: per Sumaya non ho né simpatia né antipatia. Seconda premessa: penso che candidare e far eleggere Sumaya in un momento di così forte tensione sul tema Islam e immigrazione avesse come fine e obiettivo quello di creare dibattito. Quindi, eccoci qui, il Pd non si stupisca dello stupore del mondo per il fatto che si protesta su Sumaya. Però chiediamoci una cosa: l'avessero fatta presidente della Commissione sulla Sicurezza, o sui Lavori Pubblici, o su quello che volete, non ci sarebbe stata polemica? Ovviamente sì. Perché fin dalla candidatura si sapeva che Sumaya avrebbe causato scandalo. Che sarebbe stata scandalo. Lei, peraltro, non si sottrae. Quando irride a Isoardi e Salvini facendo stirare il marito, sa che sta per causare dibattito e polemica. Quindi perché oggi ci si stupisce? Rimane però un punto: pare che Sumaya abbia tre lauree, che fosse vicepresidente della Commissione. Quindi che avesse titoli e meriti per prendere quel posto. Il Pd di Milano però non può fare come Ponzio Pilato. Decida: Sumaya è bravissima e allora si difende la posizione. Sumaya è inopportuna e allora perché l'avete nominata. Idem il sindaco. Altrimenti è il solito fuoco di paglia.

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