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Politica

"Accuse gravissime". "Salvini chiarisca". "Ecco perché il segretario del Carroccio non si è costituito contro Bossi e Belsito". "Abuso di soldi pubblici". "La Lega ha sempre fatto un uso politico delle istituzioni, asservendole al partito". "Se accuse verificate, gravi ipotesi di reato". "La Lega scivola sempre sui soldi". Le accuse dell'avvocato di Umberto Bossi contro la Lega ("Funzionari del Carroccio assunti dalle Regioni") suscita la reazione dei partiti del centrosinistra. La vicenda, pubblicata su Rep, riguarda una rissa in corso tra due fazionì leghiste da anni contrapposte: quella che fa capo al fondatore e presidente Bossi, e l'altra che fa riferimento al segretario Salvini.

La vicenda è intricata e complessa. E ha inizio con un accordo politico segreto tra Salvini e Bossi, siglato il 26 febbraio del 2014 tra fondatore e segretario in cui era precisato che "Bossi concorrerà a proporre candidature in posizione di probabile elezioni, previo accordo con il Segretario nella misura del 20 per cento". Nello stesso accordo i due leader leghisti rinunciavano a portare avanti ben nove procedimenti giudiziari allora pendenti intentati dagli uni contro gli altri: opposizione a pagamenti di parcelle, denunce per calunnie, citazioni per diffamazione, esecuzioni giudiziarie. Insomma, ponevano fine a una vera e propria rissa fratricida tra 'camicie verdi'. E così, per raggiungere una pace, si accordavano di versare all'avvocato di Bossi (Matteo Brigandì) una parcella di 200mila euro. E di revocare ogni mandato, invece, al legale vicino all'ex segretario Roberto Maroni (Domenico Aiello).

"In pratica - osserva Andrea Mazziotti, capolista di +Europa nel collegio Lombardia 2 - la Lega ha monetizzato le candidature. Salvini, per evitare grane giudiziarie, aveva regalato a Bossi il 20% delle candidature e 450.000 euro, oltre a promettere che non si sarebbe costituito parte civile nel processo penale sui finanziamenti pubblici spesi illegalmente. Io sono candidato nella stessa circoscrizione di Bossi ed è giusto che i cittadini di Varese sappiano in che modo pulito e trasparente sono nate le candidature della Lega. E meno male che loro sono quelli che chiedono che a scegliere siano i cittadini!".

Il Pd parte all'attacco con quattro parlamentari. Emanuele Fiano, deputato: "La Lega usava i rimborsi dei gruppi regionali per pagarci cose non previste? Soldi destinati per legge alle attività a livello regionale per pagare il partito a livello nazionale? Dopo che qualcuno della Lega  come dicono i processi ha usato il finanziamento pubblico per i diamanti, adesso quest'altra vicenda scoperta da Repubblica: dove può arrivare ? Perché la Lega non si è mai costituita parte civile contro Bossi e Belsito? Salvini che ne avete fatto di questi soldi?".

Stefano Esposito, senatore dem: "Se corrispondesse al vero che la Lega avrebbe usato i fondi dei gruppi regionali per pagare i funzionari del partito, sarebbe una cosa estremamente grave. Insomma, se fosse confermato (dopo i diamanti, i 40 milioni di rimborsi elettorali) ancora una volta la Lega avrebbe abusato dei soldi pubblici. Adesso probabilmente si capisce perché non si è costituita parte civile contro Bossi e il tesoriere Belsito. Quali verità inconfessabili volevano nascondere? Dicono di interessarsi agli italiani ma in realtà sono interessati solo a procurarsi denari".

Laura Puppato, senatrice dem: "La Lega ha sempre fatto un uso politico delle istituzioni, asservendole al partito, anziché gestendole per il bene comune, è una prassi consolidata che noi in Veneto conosciamo molto bene e che viene applicata dai comuni più piccoli fino alla Regione e alle istituzioni più importanti. Non mi sorprende per nulla dunque che tra di loro si accusino di avere usato denaro pubblico per pagare i dipendenti della Lega. Al di là dei procedimenti giudiziari che faranno luce su quest'aspetto, la mancanza politico-culturale di senso delle istituzioni della Lega è oggettiva ed è un motivo in più per non affidarsi a loro il 4 marzo".

Mauro Del Barba, senatore pd: "Sono gravissime le accuse che riguardano i comportamenti della Lega in Piemonte e investono responsabilità penali e politiche rilevanti. Salvini chiarisca immediatamente  e nei dettagli quanto riguarda lui e i gruppi politici della Lega e delle istituzioni da loro governate".  Così il senatore del Pd, Mauro Del Barba, candidato alle prossime elezioni in Lombardia, commenta le notizie riportate oggi da Repubblica. "Oggi - conclude Del Barba - le regole sono chiare per tutti: fossero verificate le accuse riferite dai media saremmo di fronte non solo a gravi ipotesi di reato, ma ad un arretramento pericoloso della correttezza e legalità nella gestione amministrativa e finanziaria delle istituzioni pubbliche e dei gruppi politici in essa operanti".

Giulio Marcon, capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana e capolista di LeU in Veneto: "La lega scivola sempre sui soldi. E mentre sui palchi fanno annunci roboanti intrisi di egoismo e di razzismo,  nel retro si accoltellano fra di loro per posti, per chissà quali ricatti o scontri di potere. E questi dovrebbero governare l'Italia? Lasciamo perdere. Fra i  diamanti Tanzianiani di Belsito e il  giuramento blasfemo sul Vangelo c'è tutta un'area grigia e paludosa che li contraddistingue".

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