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Politica
Elezioni 2018, CasaPound chiude campagna al Pantheon. "Questo è solo l'inizio"

CasaPound termina una campagna elettorale storica per il movimento fondato da Gianluca Iannone e lo fa in una piazza romana storica per eccellenza, di fronte al Pantheon. Una campagna peculiare poiché, da forza di nicchia, la Tartaruga Frecciata è riuscita a ritagliarsi in questi mesi una forte visibilità mediatica (malgrado gli esponenti di Cpi non compaiano quasi mai in TV, se non in orari improponibili e spesso sottoposti a processi, come per il caso Spada nel novembre 2017). I sondaggi fanno sperare i vertici, soprattutto per quanto riguarda il Lazio, dove Mauro Antonini, candidato governatore, ha buone probabilità di farcela a entrare in Consiglio Regionale. 

Più difficile ma non impossibile l'ingresso in Parlamento per Simone Di Stefano e i suoi "quindici energumeni di CasaPound" come ama scherzare spesso, destando le ire di Laura Boldrini. Di Stefano sale sul palco allestito in Piazza del Pantheon, acclamato dal "suo popolo" e fa un discorso accorato sulla situazione italiana riferendosi più volte al razzismo. Razzismo dello Stato che, invece di aiutare i bisognosi nella loro Terra, permette alle cooperative di lucrare sugli immigrati, strappati ai loro Paesi d'origine per farli vivere in Italia, spesso in condizioni così disastrate da soccombere inesorabilmente ai racket criminali. Parla di lavoro che non c'è, di italiani in estinzione perché non fanno più figli, di probabile inciucio fra i partiti tradizionali per formare un governo tecnico avallato da Bruxelles. Sembra di sentire il Beppe Grillo prima maniera, ma Di Stefano si smarca subito dalla retorica pentastellata ricordando l'ignavia dei grillini in questi cinque anni in Parlamento e il loro "tradimento" su tutto, a partire dall'uscita dall'euro.

La piazza esulta e le forze dell'ordine che la blindano sembrano apprezzare, malgrado i volti imperscrutabili dei poliziotti, i contenuti espressi sul palco da Di Stefano e da Mauro Antonini che lo precede elencando le problematicità del Lazio cui intende porre rimedio, a partire dalla questione degli sprechi nella Sanità.

La manifestazione si svolge senza intoppi e senza provocazioni da parte dei gruppi antifascisti agguerriti, fermati a breve distanza dal Pantheon dalle autorità e probabilmente denunciati per corteo non autorizzato. Un comizio, quello di CasaPound, tutto sommato sui generis, senza urla, strepiti, schiamazzi, e senza dichiarazioni di guerra, di presa del potere, di assalto alla democrazia come si aspetterebbero i detrattori.

Fra i partecipanti si riconosce il detentore del maggior numero di lauree del mondo (15), Luciano Baietti accanto alla bruna Linda Zaratti, volto ultrastorico di CasaPound, entrambi candidati alla Regione Lazio. Presenti le candidate al Senato Antonella Burza e Donatella Morelli, intervistatissime dalle Tv e testate giornalistiche straniere che gremiscono il sottopalco. Presente addirittura un drappello di candidati di Bolzano, fra i quali il consigliere comunale Andrea BonazzaMassimo Trigolo, attivissimo consigliere nel quartiere Oltrisarco e Fulvio Cobaldi. E poi i vari responsabili locali romani anch'essi in corsa per la Regione, per la Camera o per il Senato, Marzio Compagnoni, Giuseppe Di Silvestre, Simone Montagna. Molte le donne in piazza, malgrado si accusi CPI di essere un movimento pressoché maschile, fra le quali Michela EspositoMaria Rinaldi, Federica PetrucciIlaria Misantoni, tutt'e quattro candidate. Ci sono ovviamente Davide Di Stefano, fratello di Simone, candidato alla Camera dei Deputati, e il vicepresidente Andrea Antonini, che vegliano sulla buona riuscita dell'evento.

La domanda più frequente è quella sui sondaggi, e la speranza di farcela si mischia al timore di non riuscirci. "Se non ce la facciamo questa volta, sarà per la prossima" dichiara tuttavia sereno Simone Di Stefano, con la consapevolezza di chi sa che, sondaggi e risultati elettorali a parte, e comunque la si pensi su CasaPound, sia che la si ami sia che la si tema come il male assoluto, questo è solo l'inizio

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