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Politica
Elezioni 4 marzo, Marco Rizzo: Bersani e D'Alema? Il peggio di Renzi

Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, in corsa senza apparentamenti con il centrosinistra alle elezioni politiche del 2018, intervistato da Affaritaliani.it sulla campagna elettorale e i temi di attualità del dibattito politico.

Renzi ha detto che votare sinistra radicale significa favorire Grillo e Salvini, e che il voto utile contro la destra è il voto al Partito Democratico. Si sente tirato in causa?
L'avanzata della destra e dei cinque stelle è favorita da una sinistra che ha governato pensando agli interessi delle banche, della Confindustria e non delle classi popolari e dei lavoratori. Tra la nostra visione della società, direi del mondo, e quella del PD c'è un abisso incolmabile. Renzi usa il solito trucco del voto utile per cercare di serrare i ranghi a sinistra e ridurre la sconfitta inevitabile. Ricordo quando si diceva che dovevamo tapparci il naso e votare centrosinistra, altrimenti tornava Berlusconi. Renzi al governo ha fatto le stesse cose di Berlusconi, è riuscito persino a cancellare l'articolo 18. E alla fine Berlusconi tornerà pure. Aveva ragione Gramsci quando diceva: "la logica del meno peggio porta inesorabilmente al peggio". Faccio un appello ai lavoratori e alle lavoratrici. Non fatevi ingannare ancora una volta dalla logica del voto utile, dalla scelta del meno peggio. Sostenete chi vuole rendervi protagonisti, chi lotta per i vostri diritti e non per gli interessi delle banche, delle multinazionali, della Confindustria.

Quindi scartiamo Renzi, ma c'è Liberi e Uguali di Grasso. Non pensa che la dispersione a sinistra sia un problema, che rischia di rendervi tutti ininfluenti?
Senza dubbio la frammentazione è un problema, ma ci sono troppe divergenze a monte. Le accoppiate elettorali tra chi non condivide una prospettiva sarebbero anche peggio. D'Alema, Bersani, gli esponenti del partito di Grasso che fino a ieri erano nel PD hanno le stesse responsabilità di Renzi. Anzi ne hanno anche di più perchè sono il gruppo dirigente che ha guidato la trasformazione e lo smantellamento del PCI passando dalla svolta della Bolognina fino al Partito Democratico. Oggi si scoprono rivoluzionari ma fino a ieri erano l'asse di governo del paese. E' un po' tardi. Poi il loro progetto è radicalmente diverso dal nostro: noi vogliamo una società socialista, loro parlano di alcuni miglioramenti ma difendono l'idea di un'economia capitalistica, della permanenza nell'Unione Europea.

La campagna elettorale è ufficialmente partita e sembra una gara a chi la spara più grossa.  Si susseguono promesse da destra e sinistra, ma sono davvero realizzabili?
E' una campagna elettorale surreale. Renzi parla di salario minimo garantito, addirittura ieri ho sentito esponenti del suo partito parlare di riduzione degli orari di lavoro a sei ore al giorno a parità di salario. Grasso vuole abolire le tasse universitarie, estendere l'articolo 18 anche sotto i quindici dipendenti. Berlusconi dice di abolire la Fornero, alzare le pensioni minime e cita Lenin. Maroni si definisce "leninista" e chiama Salvini "stalinista". Se lo mettiamo insieme è il programma dei comunisti. Dovremmo essere prossimi alla rivoluzione. Peccato però che è tutto falso. Sono stati tutti al governo e hanno fatto l'esatto contrario. Sono solo promesse elettorali in una corsa a chi la spara più grossa. Infatti nessuno parla delle scelte strategiche fondamentali senza cui di tutto ciò non si può fare neanche l'ombra.

Quali sarebbero queste scelte?
Il debito pubblico, l'Unione Europea e la Nato. Bruxelles ha dato all'Italia una tregua elettorale, ma dal 5 marzo il governo che si insedierà tornerà a sottoporre tutte le spese al controllo dei vincoli europei. Ci saranno nuovi tagli per pagare gli interessi sul debito, per ridurre un debito che in realtà non si può ridurre. Il governo italiano si è già impegnato con gli Stati Uniti ad un incremento delle spese per la Nato. Le promesse finiranno e tornerà la responsabilità nazionale come ai tempi di Monti. Perchè nessuno ha il coraggio di dire che un programma di trasformazione sociale che è necessario per le classi popolari italiane è incompatibile con la permanenza nell'UE, nell'euro, nella Nato e con il pagamento del debito pubblico. Anche i cinque stelle hanno ritrattato tutto, dimostrando di essere uguali agli altri. A dire queste cose ci siamo solo noi. L'unico voto utile per i lavoratori e per cambiare davvero è quello al Partito Comunista.

Siete anche gli unici rimasti a raccogliere le firme per presentarvi.
Praticamente sì, noi e pochi altri. Una lista che si chiama "+Europa" ha usufruito di sostegno politico e mediatico, noi comunisti che vogliamo l'uscita dall'Unione Europea, che siamo in aperto contrasto con gli interessi dei poteri forti della finanza, della Confindustria, con le multinazionali di certo non meritiamo gli stessi aiuti. E' una sfida difficile, anche perchè sono molti i problemi tecnici, gli inconvenienti, li trabocchetti inseriti nelle leggi. E' tutto un sistema per escludere chi non ha grandi apparati. Centinaia di nostri militanti stanno dando tutto il possibile, giorno e notte, stanno lavorando con grande convinzione. Poi le tante adesioni che abbiamo avuto in queste settimane sono il vero risultato. Perchè finite le elezioni, il partito e le lotte rimangono. Le promesse degli altri spariscono.

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