Federalismo: firmato accordo Governo-Regioni. Primo miracolo delle elezioni
Federalismo: prima ancora del voto del 4 marzo lo Stato firma un accordo con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sui temi del federalismo
Comprensibilmente tutti concentrati sul tiramolla dell’appuntamento elettorale, a qualcuno potrebbe essere sfuggito un accordo quasi epocale firmato dallo Stato con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sui temi del federalismo.
‘Risultato straordinario-lo ha definito Roberto Maroni-e il ringraziamento deve andare ai tre milioni di lombardi che sono andati a votare il referendum’.
Soddisfatti ed ancora più categorici e determinati con un ‘ Indietro non si torna’ Luca Zaia e Stefano Bonaccini, rispettivamente Governatori del Veneto e dell’Emilia Romagna.
Sebbene questo accordo dovrà essere ratificato dal Governo che uscirà dopo il 4 marzo ( non avrà quindi un percorso brevissimo), esso rappresenta una pietra miliare per molteplici aspetti.
Innanzitutto è coerente con i dettami della Costituzione, sui temi di un’autonomia di tipo federale. E già evitarsi possibili ricorsi al Tar rappresenta un indiscusso successo.
Federalismo: aperta la strada anche per altre Regioni
Secondo potrebbe aprire la strada ad altre richieste similari, come quelle della Regione Piemonte, della Liguria, della Campania e della Puglia.
Certo osservando tutte le richieste formulate dai Governatori, in particolare quelle di Maroni,concentrate sulla totalità delle materie regionali ( ben 23) o di Zaia mirate al modello di Regione a Statuto Speciale, potrebbe sembrare un accordo al ribasso ma, al contrario, qualcosa di significativo è finalmente stato portato avanti.
Su quali temi le tre Regioni potranno muoversi con più indipendenza?
In particolare su sanità, ambiente, istruzione e lavoro.
Non certo materie da poco. Finalmente, in particolare la Lombardia e il Veneto, potranno migliorare le già ottime esperienze in questi campi che sono in corso da tempo.
Federalismo: il modello della sanità lombarda e veneta
Per la sanità ad esempio, pur mantenendo ovviamente il servizio sanitario nazionale, si potranno organizzare con più efficienza, razionalità ed autonomia il sistema delle Asl.
Nell’area dell’istruzione sarà possibile usare lo stesso profilo. Verranno mantenuti i contratti nazionali dei docenti e i programmi, ma calendari e moduli organizzativi potranno essere rimodellati.
Insomma non certo una rivoluzione ma qualcosa che solo qualche mese fa era assolutamente impensabile.
Elezioni 2018: Federalismo, cavallo di battaglia per la Lega
Il miracolo dell’accordo, messo nero su bianco in tempi piuttosto rapidi, nasce probabilmente dall’appuntamento elettorale.
Un passo di questo genere può servire a tutte le coalizioni.
In primis alla Lega che, sul tema delle maggiori autonomie regionali, ha fatto da anni un cavallo di battaglia. Ma altrettanto utile potrebbe essere per il Governo ora in carica di Centro sinistra.
Il Governo di Gentiloni si puo’ infatti così fregiare del titolo di primo Governo che ha dato delle aperture serie e concrete sui temi del federalismo.
Non poca cosa in un Paese che viaggia a due velocità e con carichi di lavoro, tasse contribuzioni decisamente squilibrati.
Un patto di questo tipo non sarà certo la soluzione di tutti i mali, ma potrebbe aiutare anche le Regioni meno virtuose ad attrezzarsi e cominciare a pensare in maniera più efficiente.