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Governo: Di Maio mette in difficoltà Salvini

Governo: Berlusconi rende pan per focaccia a Salvini

Di Giuseppe Vatinno
Governo: Di Maio mette in difficoltà Salvini

Dopo il colpo di mano di sabato scorso che aveva visto eleggere con un blitz i due presidenti di Camera e Senato ed aprire la strada ad un governissimo Lega - M5S, ieri la situazione si è improvvisamente di nuovo ingarbugliata in una avvincente partita a scacchi che vede impegnati principalmente Di Maio e Salvini, ma non solo, anche, in posizione defilata, Renzi e Berlusconi.

Cosa accadrà dunque?

Difficile prevedere le mosse, ma la situazione per Salvini si è complicata perché a Di Maio, evidentemente, non basta l’aver ottenuto la Presidenza della Camera con Roberto Fico ed a Salvini non è bastato l’aver recitato un ruolo da “statista” che si sacrifica inizialmente per ottenere il pieno dopo e cioè il premierato.

Di Maio ha capito il punto di debolezza di Salvini che si chiama Silvio Berlusconi che dopo il sonoro schiaffone rimediato lo scorso fine settimana ha fatto buon viso a cattivo gioco per vendicarsi subito dopo: dal Presidente della Repubblica per le consultazioni il centrodestra andrà separato (così ha detto ieri Forza Italia) e questo significa che non le verrà riconosciuto il ruolo di coalizione, l’unico che gli dava diritto a rivendicare l’incarico di formare il governo.

Berlusconi, evidentemente, non ha digerito la sberla sulle candidature bruciate di Romani e Bernini, con la Casellati “imposta” da Lega e M5S alla Camera.

In questa situazione Salvini, a cui mancano solo 50 voti nel caso Forza Italia resti come alleato (ai Cinque Stelle ne mancano quasi il doppio, 90) dovrebbe fare il governo con parte (circa la metà) del Pd. Salvini risponde a Di Maio che per lui è il doppio più difficile, ma basta che Berlusconi si metta di traverso a Salvini che l’incarico a Di Maio diverrebbe certo, anche se i voti di Forza Italia non potrebbero andare ai grillini, ma ampi settori del Partito Democratico potrebbero aiutarlo.

Insomma, l’ago della bilancia è ora Berlusconi e non tanto Renzi che formalmente dirà sempre di no a qualsiasi accordo con Lega e Cinque Stelle, ma non è detto che i suoi parlamentari lo seguano (oppure potrebbero essere d’accordo con l’ex Primo Ministro).

Oppure Grillo ha già deciso tutto e alla fine il governissimo si fa e fa solo un (pericoloso) gioco al rialzo?

Difficile dirlo. Lo spettro di nuove elezioni c’è, ma la logica ci dice che ben difficilmente i parlamentari eletti voteranno per tornarsene a casa.

 

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