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Politica
Governo, i media italiani non spiegano cosa c'é sotto i giochi politici


La politica é un gioco di potere e di poltrone. In Italia i media lo sanno, ma fanno finta di non saperlo, oppure preferiscono nasconderlo dietro un paravento di eufemismi ed metafore per dare un'artificiale sembianza di prestigio e/o di onore alla politica.Invece di parlare degli obiettivi che veramente i partiti ed i politici vogliono raggiungere, cioé "questa poltrona a te e questa a me" con i relativi i piagnistei: "io voglio la tua poltrona e quella mia la dó al mio fedelissimo", i due partiti vincenti, il M5S (32,66 dei votanti) ed il PD (18,72%), parlano di "intese sui programmi", di "convergenze sui temi" e di "cose da fare", mentre la coalizione vincente, il Centro Destra (Lega 17,37%, FI 14,01% e Fratelli d'Italia 4,35%), parla di "patti per restare uniti" e di "intese".I vari programmi televisivi di approfondimento ed i giornali non spiegano cosa ci sia sotto tutte queste "consultazioni", infatti i conduttori dei programmi e/o gli intervistatori si limitano a ripetere, senza interpretarlo, il linguaggio volutamente ambiguo ed astruso degli ospiti e/o intervistati politici.Ad esempio, quando si sente dire "rinunciare a pezzi del programma", non vuol dire altro che essere "disposti a perdere un ministero". Fare "un passo indietro" significa lasciare il posto a qualcun altro. Fare "un passo di lato" é una richiesta di non interferire.Ora, come si traduce un "programma elettorale"? Pochi lo spiegano, ma in pratica si tratta di ottenere ministeri in base alle richieste del partito.La Lega é contro l'immigrazione selvaggia? Bene, vuole il Ministero dell'Interno. Il M5S vuole riforme economiche e finanziarie? Ottimo, mira al Ministero dell'Economia e delle Finanze. FI deve salvaguardare il suo impero mediatico? Allora deve per forza ottenere il Ministero delle Comunicazioni. Il PD ci tiene alla politica estera? Quindi vuole il Ministero degli Affari Esteri.Come per convertire valute estere, ci sono anche modi "quasi matematici" per convertire i programmi elettorali in poltrone ministeriali, in cariche istituzionali e commissioni speciali.Sarebbe molto utile se, per i cittadini, i radioascoltatori, i telespettatori ed i lettori, i media cominciassero ad utilizzare un linguaggio adeguato e comprensibile, e spingessero i politici a fare altrettanto, sia privandoli della retorica (in pratica non prendere per i fondelli i cittadini) che facendo seguire ad ogni parola in politichese, la traduzione in linguaggio comune.Naturalmente, l'astruso linguaggio politico non é una cosa nuova. Ricordo che, all'etá di 14 anni a Giulianova, mi piaceva ascoltare i comizi, dove nessuno affrontava i veri problemi dell'Italia: la DC parlava solamente dei problemi causati dalla Russia sovietica e il PCI di quelli provocati dall'America. Peró poi, andavo in edicola ad acquistare "L'Europeo" e Oriana Fallaci (1929-2006) mi spiegava in soldoni cosa c'era dietro quei discorsi e cosa volevano dire.

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