A- A+
Politica
Grasso e company: liberi di far danno e uguali nel soffrirne

Nasce oggi “Liberi e Uguali”, la coalizione dei partitini di estrema sinistra che ha l’intenzione di raccogliere il voto degli scontenti del Partito Democratico. Questi nostalgici del comunismo d’antan si difendono dall’accusa di indebolire la sinistra dicendo che i loro voti non saranno sottratti al Pd ma all’astensione. Infatti voteranno per loro tutti quelli che non sentono di poter più votare per un partito che è divenuto di centro, per non dire il feudo personale di un democristiano.

L’argomentazione è speciosa. In assenza di una credibile alternativa più radicale, gli elettori di sinistra, è vero, potrebbero anche chiedersi se astenersi, a costo di favorire obiettivamente gli altri partiti. Ma potrebbero anche “turarsi il naso e votare Pd”, come fecero tanti italiani nel 1976, con la Dc.

Ciò significa che, concretamente, la nuova formazione di sinistra potrà seriamente danneggiare il Pd. Infatti rischia di dividere l’elettorato, e la cosa potrebbe rivelarsi disastrosa per la quota maggioritaria dei seggi. Il pericolo sarà grande soprattutto nelle regioni “rosse” dove tanta parte della popolazione, oggi anziana, non ha dimenticato che un tempo votava per un Pci risolutamente antisistema.

Chi non è di sinistra potrebbe concludere questo genere di riflessioni con un asciutto: “Fatti loro”. Ma forse avrebbe torto. Pur non avendo potere, l’opposizione influenza il governo del Paese. Tutti credono di sapere che, “per un tempo infinito, in Italia ha comandato soltanto la Dc”. Ma coloro che si interessano seriamente di politica vi diranno che almeno negli ultimi decenni la Dc votava le leggi che aveva prima concordato sottobanco col Pci: si chiamò “consociativismo”. Del resto si è visto: mentre nel dopoguerra la Dc era stata il partito di un grande anticomunista come Alcide De Gasperi, quando scomparve metà dei suoi politici andò a sinistra fino a confluire nel Partito Democratico. La distinzione tra maggioranza e opposizione non sempre è così netta come si crede.

L&U probabilmente non andrà al potere ma avrà la sua importanza se si presenterà come megafono delle critiche degli estremisti e dei nostalgici del Pci. Che molti di costoro abbiano tanta voglia di farsi sentire è dimostrato dalla Cgil. Alla prima occasione Susanna Camusso ha imbracciato il fucile contro il Pd, anche al prezzo di spezzare l’unità sindacale e senza curarsi minimamente delle ragioni contabili che stanno alla base del provvedimento sulle pensioni.

La noncuranza rispetto alle conseguenze del resto fa parte dell’antica dottrina. La “vera” sinistra non fa di conto. La “vera” sinistra non sostiene il potere. E soprattutto la “vera sinistra” non dimentica la rivoluzione che non riuscì a realizzare. A lungo il Pci ha visto i problemi del Paese come una benedizione: infatti ogni motivo di scontento era un motivo in più perché il popolo imbracciasse schioppi e forconi.

La scissione della sinistra non può fare piacere a nessuno. Neanche a chi non sopporta Matteo Renzi. Questi forse ha arrecato un male incalcolabile all’Italia e alla sinistra ma bisognava impedirgli di provocarlo, non arroccarsi sull’Aventino per gridargli dall’alto le proprie maledizioni. L’animosità nei confronti di un singolo non doveva mai arrivare a tali livelli da far pagare al Paese un prezzo troppo alto.

Anche se, umanamente, la reazione al pessimo carattere e al pessimo comportamento di quell’uomo non è stata imprevedibile. Indimenticabile un episodio di anni fa. L’attuale segretario del Pd era ancora una novità e qualcuno, in pubblico, accennò alle critiche di Stefano Fassina. Renzi chiese ridendo: “Fassina chi?” e io mi dissi: “Costui è pazzo”. Anche ad ammettere che Fassina fosse la migliore pasta d’uomo, dopo quell’episodio gli avrebbe giurato un odio eterno. E così è stato. Come è stato per tanti altri, al punto che oggi se il Pd è tendenzialmente il “Partito di Renzi”, L&U è il “Partito contro Renzi”, e i nemici di Renzi sono diventati innumerevoli.

Così abbiamo in Italia: un partito dominato da un megalomane che da qualche tempo non ne azzecca una; un partito che ha come unico scopo quello di umiliare il suddetto megalomane; un partito di dilettanti allo sbaraglio guidati da un comico; un partito guidato da un leader declinante che, felice della ritrovata visibilità, snocciola più promesse di un ciarlatano di piazza; e infine un demagogo che, sparandole grosse ha portato il suo partito dal 6 al 16%, e ora cerca di spararle sempre più grosse. Infine tutti gli altri personaggi in cerca d’autore. E questo bel panorama politico proprio nel momento in cui vengono al pettine una quantità di nodi da far invidia a un tappeto iraniano.

Tags:
grasso





in evidenza
Tra gli uomini più invidiati del momento: ecco chi è il marito manager di Annalisa

Ritratto di Francesco Muglia

Tra gli uomini più invidiati del momento: ecco chi è il marito manager di Annalisa


in vetrina
Affari in rete

Affari in rete


motori
Renault, elettrifica il Roland-Garros con la nuova R5 E-Tech

Renault, elettrifica il Roland-Garros con la nuova R5 E-Tech

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.