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Politica
M5s, oggi "processo" a Di Maio. Paragone: "Gli consegnerò le mie dimissioni"

Luigi Di Maio resta il suo leader di riferimento? "Assolutamente sì. Per questo consegnerò a lui le mie dimissioni da parlamentare e deciderà lui cosa fare. Dimissioni dal Parlamento perché per me non c'è alternativa al Movimento 5 stelle". Così ad Agorà su Rai 3 il senatore M5s, Gianluigi Paragone, che spiega che rimarrà "se resta un rapporto di fiducia. Ma io resto un rompiscatole".  

M5s, oggi resa dei conti e "processo" a Di Maio

Quel che è certo è che i gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle si apprestano ad affrontare oggi un'assemblea completamente diversa dalle ultime che si sono svolte con l'introduzione del Capo politico, pochi interventi critici, 'parlavano in 3 o 4' - viene riferito -  poi la replica di Di Maio a conclusione, secondo quanto viene riferito. Oggi si rischia, infatti, di arrivare ad  un 'processo' sulle cause dell'ultima sconfitta elettorale. E gli interventi, da quanto si sente, non saranno certo pochi: sul banco degli 'imputati' la laedership di Luigi Di Maio ma soprattutto la sua cerchia ristretta.  Nel mirino, di fatto, l'organizzazione interna del Movimento, segnata, peraltro, da un vertice che si è svolto l'altro ieri al Mise fra il capo politico, Luigi Di Maio e alcuni 'big' di M5s che non è affatto piaciuta, per usare un eufemismo, a molti parlamentari. Stigmatizzato, si apprende, anche il fatto che vi fosse Alessandro Di Battista. Ormai solo piu' 'cittadino' a 5 Stelle, dopo la scelta di non ricandidarsi. Le decisioni prese in un circolo ristretto,  scelto a discrezione, il 'reset delle seconde linee, le modalità della comunicazione ad esser, per lo più,  sotto tiro. In primis, c'è chi osserva, serve un direttivo che sia "elettivo" in maniera democratica. I dissidenti pretendono chiarimenti e c’è chi è pronto a chiedere un voto su Rousseau sulla testa del leader (si parla anche di un documento scritto e firmato da diversi parlamentari).

A tenere banco ieri in Parlamento, anche le prese di posizione in chiaro, assunte dal senatore Gianluigi Paragone, dalla presidente della commissione Finanze Carla Ruocco e dalla dimissioni di Primo Di Nicola da vicepresidente del gruppo di Palazzo Madama. "La generosita' di Di Maio di mettere insieme tre-quattro incarichi deve essere rivista. Il Movimento cinque stelle, per ripartire, ha bisogno di una leadership h24, dobbiamo passare dall'io al noi", ha detto ieri Paragone in un'intervista. 'Non capisco perchè si parli prima ai giornalisti' e poi in assemblea, è stato subito osservato. 

Paragone, anche lui presente al vertice del Mise, e Di Maio 'sono molto vicini', impossibile che la sua uscita sia voce dal sen fuggita, c'è chi si è affrettato a notare. Ma non è mancato, al contrario, chi, sarcastico, al contrario ha sottolineato: 'Sono sempre stato convinto che Di Maio avrebbe dovuto guardarsi da chi non lo ha mai criticato pubblicamente durante le assemblee M5s.

La "centralizzazione delle decisioni e l'uomo solo al comando non sono nelle corde del Movimento  cinque stelle": lo ha detto Carla Ruocco, che ha invocato "una maggiore condivisione". Richiesta che rispecchia quella di moti altri parlamentari. Che nella scelta di rivedere la riorganizzazione del Movimento ci sia la mano di Davide Casaleggio non lo pensa nessuno dei parlamentari interpellati.

Intanto, Primo Di Nicola  scrive: "Mi sono dimesso da vice presidente del gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle al senato. Una decisione che ritengo necessaria non solo alla luce del risultato elettorale ma anche e soprattutto delle cose che ci siamo detti in tanti incontri e assemblee. Mettere a disposizione del Movimento gli incarichi. È l'unico modo che conosco per favorire una discussione autenticamente democratica su quello che siamo e dove vogliamo andare".

Mentre non usa giri di parole il presidente della commissione Cultura della Camera, Luigi Gallo: del risultato delle Europee "la responsabilità è tutta di Luigi Di Maio". E aggiunge: "Sarebbe ora che Di Maio si chiedesse se e' in grado di guidare un governo a trazione M5s o se invece non sia il caso di lasciare". 

Di Maio ha intenzione di affrontare con la Lega il nodo relativo a richieste e ministeri. Parlare di rimpasto, forse, è eccessivo. I Cinque Stelle sottolineano come ci debba essere «una attribuzione di competenze» compatibile con i programmi: ossia alla Lega il Mef e, forse, anche le deleghe agli Affari europei. Ipotesi però che suonano molto lontane. Nei prossimi giorni potrebbe scoppiare un nuovo caso Rixi, con i pentastellati pronti a chiedere un passo indietro in caso di condanna e la Lega a fare muro.

Di Maio ha intenzione di affrontare con la Lega il nodo relativo a richieste e ministeri, come scrive il Corriere della Sera. Parlare di rimpasto, forse, è eccessivo. I Cinque Stelle sottolineano come ci debba essere "una attribuzione di competenze" compatibile con i programmi: ossia alla Lega il Mef e, forse, anche le deleghe agli Affari europei. Ipotesi però che suonano molto lontane. Nei prossimi giorni potrebbe scoppiare un nuovo caso Rixi, con i pentastellati pronti a chiedere un passo indietro in caso di condanna e la Lega a fare muro.

Salvini difende Di Maio: "Persona corretta"

Intanto ieri il ministro dell'Interno Salvini ha speso parole positive per Di Maio: "Non mi piacciono quelli che attaccano il giorno dopo. Io difendo sempre i miei uomini. E difendo io il suo buon lavoro. Non sopporto quelli che cambiano bandiere a secondo della convenienza. Voglio soltanto che si facciano i fatti".

Di Maio ha troppi incarichi? "No, è persona corretta. Io spero che il governo vada avanti".  

 

M5S: DI BATTISTA, 'SOSTENERE CHI E' IN DIFFICOLTA' CON IDEE E CAMBIAMENTI'

"E' un momento di difficoltà. D'altro canto abbiamo appena preso la più grande 'scoppola' della nostra vita ma, credetemi, di momenti drammatici nella nostra storia ne abbiamo vissuti molti altri. E quindi ora basta, ora si ricomincia come sempre. Ai miei ex-colleghi, eterni fratelli di mille battaglie dico alcune cose. La prima è che chi è in difficoltà va sempre sostenuto. Va sostenuto dicendogli in faccia cosa non è andato bene e proponendo idee e cambiamenti. Io l'ho fatto, ovviamente, anche in queste ore". Lo scrive in un post su Facebook Alessandro Di Battista. "Poi -prosegue l'esponente M5S- vi dico un'altra cosa: state tranquilli, ce la faremo anche questa volta. Basta mantenere la barra dritta. La Lega ha vinto le elezioni? Amen. Quelle che danno i numeri in Parlamento le abbiamo vinte noi. Quindi, come sempre, si vota ciò che è giusto e si bloccano le porcate. Non temete di essere irriverenti, non temete il 'politicamente scorretto', non temete editoriali, articoli o servizi televisivi contro. E' la paura il nostro peggior nemico. Paura di sbagliare, paura del fango mediatico. Ma poi perché? Ci hanno tirato fango addosso dal primo giorno e siamo ancora qui, addirittura al governo del Paese". "Provate a pensare che non abbiamo nulla da perdere. Nè ruoli, né poltrone, né carriera. Sono gli altri i politici di professione, non noi. Perché è proprio quando non si ha più nulla da perdere -conclude Di Battista- che si ricomincia a vincere''.

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