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Palazzi & potere
Immigrazione: la logica Capalbio ha travolto il Partito Democratico

Tutti i partiti abituati a comandare da troppo tempo si illudono di considerare il loro mandato come una concessione divina (anche se non sono credenti) e finiscono quindi, quasi inevitabilmente, per considerare il popolo come se fosse un popolo bue anche se è in nome e al servizio del quale essi dovrebbero fare politica, scrive Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi. È infatti quest'ultimo lo spirito stesso, l'anima vera, della democrazia che, tra l'altro, è stata solennemente e inevitabilmente ribadita anche dalla Costituzione italiana. Che l'insofferenza dei politici al potere verso gli elettorali disobbedienti alla loro supremazia, non sia nuova, l'aveva già rilevato, a suo tempo, anche il celebre drammaturgo tedesco di sinistra, Bertold Brecht, quando disse che «siccome il popolo non aveva votato come avrebbe voluto l'élite politica, quest'ultima aveva deciso di abolire il popolo».

Lo stesso copione si è ripetuto con l'immigrazione alluvionale proveniente dall'Africa. I politici al governo, grosso modo nell'ultimo decennio (fate voi il calcolo chi fossero), hanno fortemente sottovalutato questo fenomeno epocale. Anziché governarlo, lo hanno subito. A livello europeo, l'Italia, se non altro perché è immersa nel Mediterraneo, avrebbe, fin dall'inizio, potuto e dovuto invocare quella dovuta solidarietà che Germania e Francia ci avevano imposto con i ridicoli, anche perché rigidi, parametri di Maastricht. I recenti governi italiani hanno invece barattato il loro lassismo sulle ondate di immigrazione, con l'ottenimento di successive dosi di flessibilità sul debito pubblico.

Il governo Renzi, in particolare, ha scambiato l'accoglienza indiscriminata dei migranti che solcavano il Mediterraneo in direzione delle isole o delle coste italiane, con l'ottenimento dello sfondamento del budget pubblico. In pratica, per potere regalare i famosi 80 euro ai giovani, ha fatto subire all'intero paese l'alluvione immigratoria. Pensando di trarne un vantaggio elettorale, ha scambiato il regalo di birre e pizze ai giovani, in cambio dell'accettazione, presentata come ovvia, di centinaia di migliaia di immigrati. Sennonché mentre le birrette e le pizze sono state bevute e mangiate che è un piacere, gli immigrati che l'Europa non vuole condividere con noi, invece, non solo vengono metabolizzati dal paese con fatica ma hanno anche contribuito a creare un diffuso senso di paura e di preoccupazione.

Quest'ultima infatti, sentendosi non presa in considerazione, ha reagito punendo la maggioranza politica precedente, nel solo modo a sua disposizione e cioè con un voto a sua volta alluvionale (come il flusso immigratorio che ne è stato in gran parte la causa). Questo voto anti ha spazzato via le maggioranze precedenti, rendendone anche impossibile, per loro insipienza, un ritorno al governo entro tempi ragionevoli.

Il bello è che la sinistra (dal Pd a Leu, fino alle frattaglie di comunisti residuali), che è stata punita soprattutto per non aver governato i flussi migratori, dopo essere stata, per questo, sonoramente colpita dall'elettorato, fa finta adesso di non aver capito che questo è il problema più rilevante della sua crisi come ha dimostrato anche una bella inchiesta tv della La7 fra i frequentanti del più famoso circolo Arci di Bologna (la Mecca del comunismo rampante d'antan) che si opponevano al lassismo del Pd in tema di immigrazione e che quindi avevano votato soprattutto per i pentastellati.

La défaillance del Pd sul fronte dell'immigrazione non regolamentata non è una purtroppo una dimenticanza ma una nuova cultura. All'ideologia marcatamente solidaristica del vecchio Pci, si è infatti sostituta l'ideologia liquida radical chic, cioè dell'ognuno per sé e dei tutti per nessuno. Il vecchio Pci infatti difendeva il tenore di vita della classi più sfavorite. Invece il nuovo Pd (e frattaglie varie) non difende più il tenore di vita dei suoi elettori ma bensì il loro stile di vita. È diventato cioè più attento ai gusti della nomenclatura di Capalbio o dei Parioli (che, non a caso, lo ringraziano, plebiscitandolo nel corso delle elezioni). Infatti, queste ultime località o quartieri si sono trasformati, da superciliose roccaforti della conservazione privilegiata, in baluardi della sinistra rosè.

Da parte dei precedenti governi è stata adottata, nei confronti dei migranti, una controproducente strategia di nascondimento che ha finito per colpire ulteriormente le classi più deboli e/o dimenticate. Infatti, dopo le prime settimane di disordinata ed esibita concentrazione di immigrati che bivaccavano nelle grandi città sotto l'occhio dei media (oltre che della cittadinanza preoccupata), gli immigrati sono stati sparpagliati nei centri minori, dove, per il loro numero e la loro esuberanza (il testosterone non colpisce solo i giovani italiani), hanno causato rifiuti anche maggiori, sia pure nascosti ai giornali e tv ma riemersi nelle urne dove si manifesta il paese reale, anche se preso a merluzzate a suon di accuse di razzismo.

Il proverbio dice: «Occhio non vede, cuore non duole» ma l'elettore marginale, che ha capito che il potere lo trascura, si è vendicato poi con il voto che è, ripeto, nelle democrazie moderne, l'unica arma a sua disposizione. Ad esempio, in un paesino popolato solo da vecchi nell'Appennino emiliano, gli anziani cittadini italiani che hanno bisogno di andare a fare delle analisi in città dispongono, a pagamento è ovvio, di una corriera che parte il mattino alle 7 e che torna alle 18,30. I giovani immigrati che sono stati accolti nei pressi, oltre ai 2,50 euro di pocket money giornaliero, possono invece chiamare (se sono almeno in cinque) un pulmino che li porta, gratis ovviamente, in città all'orario che loro più conviene e li restituisce quando essi vogliono.

In un comune di periferia, a pochi chilometri da Como, un'amministrazione comunale da tempo previdente, aveva comperato una palazzina dove aveva ricavato dei piccoli bilocali molto bene attrezzati da far abitare, ad affitto quasi simbolico, alle coppie più vecchie. Ovviamente, stante l'età dei locatari, il ricambio era intenso. I nuovi occupanti erano scelti in base a graduatorie pubbliche. Sennonché le due unità pronte a essere assegnate, sono state utilizzate per ospitare dei migranti. Facile immaginare la reazione emotiva dei vecchi rimasti a piedi e della cittadinanza che ha assistito a questa oggettiva violenza.

E che dire dell'offerta fatta dai sindaci di piccoli comuni (spesso di sinistra) ai migranti, di dedicarsi, con calma, è ovvio, a piccoli lavori di pubblica utilità? La sindaca Pd, che lo aveva proposto, aveva spiegato ai rappresentanti dei migranti che la sua iniziativa era tesa «a creare una maggiore integrazione con la popolazione locale» che, vedendo che si rendono utili, avrebbe potuto guardare con occhi diversi questi giovanotti permanentemente al cellulare. La sindaca (debbo dirlo?) è stata mandata a quel paese.

Di casi del genere (spesso censurati dai media più seguiti, con la scusa che si tratta di fatti minori) è piena l'Italia. Il Pd (e, in genere, la sinistra) non li prendono in considerazione. Anziché mettersi nei panni dei cittadini normali (quelli di Capalbio, gli immigrati non li vogliono; e sono stati subito accontentati. Ci mancherebbe, sir) il Pd, dicevo, si è messo a insultare coloro che non condividono la sua politica immigratoria. Il metodo è il suo solito: la demonizzazione basata sull'insulto definitivo, quello al quale non si può replicare. Per loro infatti, chi non è d'accordo con le rovinose scelte della sinistra sull'immigrazione, è definito «razzista». È strano che siano stati mandati, a loro volta, a quel paese? Cuntènt?, diceva Gino Bramieri.

 

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