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Palazzi & potere
M5S: poteri forti Ue, Usa e massoneria hanno sdoganato i pentastellati

Smessi i panni del movimento antisistema nell'immediato post voto e in tempi di consultazioni quirinalizie il Movimento 5 Stelle si riscopre forza di governo, e non solo. Se fino a pochi mesi fa era impensabile che le proposte politiche dei grillini trovassero un qualche tipo di apprezzamento da parte dell'establishment italiano ed internazionale (fonti diplomatiche rimarcano l'ottimo lavoro svolto dalla coppia Di Maio-Casaleggio nei confronti di Stati Uniti e Unione Europea) nel volgere di poche settimane gli scenari e il sentiment nei loro confronti sono drasticamente cambiati; il tanto paventato terremoto economico-politico che si sarebbe dovuto scatenare come reazione ad una forte affermazione dei grillini non c'è stato e, anzi, vari esponenti dell'èlite finanziaria hanno manifestato tranquillità anche in previsione di un possibile esecutivo pentastellato, scrive Italia Oggi.

Da Claudio Descalzi (Eni) a Sergio Marchionne (Fca Group), passando anche per il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, i big dell'industria e della finanzia italiana, nelle scorse settimane, non sono sembrati affatto scossi o preoccupati dei possibili sviluppi di un'Italia a trazione pentastellata e, anzi, lo stesso Descalzi ha dichiarato che «siamo molto rilassati sulla situazione politica dell'Italia. Il nostro Paese sta facendo molto bene e sta migliorando dal punto di vista della crescita economica».

Insomma, Beppe Grillo e i grillini oramai non fanno più paura a nessuno e c'è, tra i poteri forti, chi si spinge a dire che «sono prossimi a diventare funzionali a quello stesso sistema di potere che hanno sempre dichiarato di voler distruggere». Insomma, non cambieranno il mondo ma in compenso il mondo cambierà loro. Un classico.

E adesso, nel bel mezzo delle consultazioni quirinalizie per la formazione del futuro governo giungono le riservatissime confidenze rilasciate ad alcuni selezionatissimi interlocutori da parte di uno dei più noti esponenti della massoneria internazionale: «Ho votato 5 Stelle e ho sempre avuto grande stima soprattutto dei grillini delle origini ma oggi farebbero meglio a non andare al governo. Se si tornasse a votare incrementerebbero moltissimo il consenso e allora si che potrebbero avere i numeri per attuare le riforme a cominciare dal reddito di cittadinanza. Oggi invece andare al potere senza avere una maggioranza propria significherebbe svuotarli di senso e di consenso e probabilmente è proprio l'operazione che il sistema sta tentando di fare».

Avete capito? La cooptazione da parte dei poteri forti, tanto più se avesse come sbocco ultimo il governo del Paese, sarebbe solamente un mezzo per annacquare le loro proposte e per dimostrare che anche loro sono come tutti gli altri e che non riusciranno mai ad attuare le loro promesse governative.

Un abbraccio mortale in piena regola. Un modo per annientarli di fronte all'opinione pubblica.

E questo, continua Italia Oggi, i vertici 5 Stelle paiono averlo capito proprio bene se è vero, come raccontano alcuni rumors interni al Movimento, che «se il governo non si dovesse fare il piano B di Luigi di Maio sarebbe proprio quello del voto chiedendo stavolta agli italiani la maggioranza assoluta per poter attuare il programma».

Il punto cardine, si fa osservare, è che si è giocata tutta la campagna elettorale in puro spirito maggioritario facendo credere alla gente che avrebbe governato chi fosse arrivato primo ed invece stavamo già virando verso uno schema proporzionale che non prevede necessariamente il governo del vincitore delle elezioni. Adesso però, il prima e il dopo della campagna elettorale non coincidono più. E i nodi stanno inesorabilmente venendo al pettine.

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