Pd, se le diplomazie falliscono via alle primarie di coalizione
Sono ore frenetiche all'interno del Partito Democratico, ore di contatti incrociati, di ammiccamenti e telefonate. Ma a poche ore ormai dalla Direzione nazionale di domani ancora non si è trovata la "quadra": Matteo Renzi vorrebbe un coalizione 'light' allargata a pochi soggetti scelti che non possano mettere in discussione il Pd come 'perno centrale' ma soprattutto la leadership del segretario dem.
Non la pensa così Andrea Orlando che non vuole rinunciare al proprio ordine del giorno anche se Matteo Renzi ha fatto sapere ufficiosamente che preferirebbe non fosse presentato; sarà lui, dice, a farsi carico delle istanze della minoranza. Ma nessuno si fida, la diffidenza (reciproca tra maggioranza e minoranza) regna sovrana. Renzi vuole evitare la conta in direzione ma soprattutto non vuole che venga messo in discussione il governo e le politiche dei 'Mille giorni'.
La minoranza però tiene duro, teme che Renzi in realtà non voglia veramente trattare per poi costringerli all'ultimo ad una dolorosa scissione. Proprio per questo nel documento di tre pagine che presenterà Orlando saranno scritti nero su bianco 5 proposte qualificanti per costruire la nuova coalizione di centrosinistra: lavoro, tasse, ambiente, scuola, investimenti.
Ma ci sarà anche qualcosa di più, finora non detto, l'arma totale che verrà usata solo in caso di mancato accordo, solo se la diplomazia avrà fallito: la richiesta, stavolta ufficiale, delle primarie di coalizione. Vero terrore di Matteo Renzi.