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Politica
Potere al Popolo, Cremaschi: "Il M5S? Ormai sono i moderati della City"

 di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni
 

"Per il M5S la prima parola è legalità. Per noi, invece, è giustizia sociale. Si tratta di una differenza vera, sostanziale. Noi rappresentiamo un fattore che nel Paese non c'è più e che serve: una Sinistra reale del popolo sfruttato e oppresso che deve essere presente nelle istituzioni per migliorare l'Italia. Come? Mettendo al centro il lavoro: più Stato e meno mercato, investimenti pubblici nell'economia e ristrutturazione del debito". Giorgio Cremaschi (nella foto in alto a sinistra con Maurizio Landini), ex segretario nazionale della Fiom e ora candidato (a Bologna nell'uninominale e capolista nel collegio di Napoli-Nord nel proporzionale) di Potere al Popolo spiega ad Affaritaliani.it perché la "vera forza di rottura in queste elezioni è quella a cui appartiene e non il M5S".

E IL SITO INTERNET DI POTERE AL POPOLO VA IN TILT/ "In questi giorni non si riesce ad entrare nel sito di Potere al Popolo per consultare il programma. E’ un fatto positivo: noi siamo piccoli dal punto di vista informatico, ma non si riesce a entrare per la quantità di accessi. Cresce l’interesse su Potere al Popolo. La genta va a cercare la nostra piattaforma", racconta Cremaschi.

L'ex sindacalista, poi, illustra i punti principali del programma del movimento nato dai fuoriusciti  del Brancaccio, l'appuntamento del giugno scorso svoltosi nell'omonimo Teatro a Roma, quando nel corso dell'assemblea che doveva mettere insieme i fermenti extra-Pd (dalla quale sarebbe poi nato Liberi e Uguali), la ricercatrice precaria Viola Carofalo (nell'ultima foto in basso), 37 anni, attivista dell'ex Opg occupato di Napoli “Je so' pazzo”, contestò il bersaniano Miguel Gotor, senatore Mdp.

Sull’argomento euro ed Europa volete, leggo testualmente nel programma di Potere al Popolo, ”rompere l’Unione Europea dei trattati”. Ma la moneta unica va mantenuta?
“Dipende. Sul tema abbiamo posizioni diverse. Io appartengo alla piattaforma sociale Eurostop e sono contro la moneta unica, mentre ci sono altri esponenti di Potere al Popolo che sulla questione valutaria sono più cauti. La nostra portavoce Viola Carofalo ha spiegato che la posizione di partenza del movimento è realizzare il proprio programma sociale, rompendo con i Trattati europei nell’ipotesi che tutti i Paesi siano disponibili a ricontrattare moneta e servizi. Se questo non succederà siamo pronti anche al piano alternativo”. 

Giorgio Cremaschi ape 4
 

Quale?
“Rompere unilateralmente su tutto, compreso anche sull’appartenenza all'Eurozona. Potere al Popolo ha un programma economico-sociale che vuole realizzare ad ogni costo e ritiene che sia incompatibile con gli attuali Trattati europei”. 

Quali in particolare?
“Noi, il 5 marzo, vogliamo per esempio rispedire al mittente il Fiscal Compact, aumentare il deficit di bilancio, portare nelle mani dello Stato la Banca d’Italia, riprendere il controllo del debito pubblico, riducendo l’ammontare dei soldi che paghiamo ogni anno alle banche come interessi per il servizio del debito. Sosteniamo politiche che sono chiaramente incompatibili con i Trattati Ue. Non siamo contro la moneta unica in quanto tale, ma contro le politiche economiche di Bruxelles, politiche che vogliono dire austerità, per cui la Germania ci ha imposto l’euro. Se sarà possibile evitare le politiche economiche restrittive ricontrattando la moneta unica manterremo l'euro, altrimenti opteremo per la rottura. Anche unilaterale”. 

Il suo movimento, poi, rivendica il “diritto dei popoli ad essere chiamati ad esprimersi su tutte le decisioni prese sulle loro teste a qualunque livello pregresse o future, con il ricorso al referendum”. Non crede che questo possa portare, soprattutto a livello europeo, ad uno stallo decisionale?
“Innanzitutto, la scelta di rompere i Trattati va sottoposta a referendum, come anche l'adozione del Fiscal Compact. In linea più generale, non siamo d’accordo con il modello proposto da questa Unione. Siamo a favore di accordi fra Stati democratici che, ad esempio, non generino casi come quello dell’Embraco o dell'Honeywell ,multinazionali che delocalizzano alla ricerca di condizioni migliori nel Vecchio Continente. Siamo contrari alla libera circolazione dei capitali, che è un principio fondante dell’Ue. Crediamo che sulle grandi scelte internazionali del Paese ci debba essere la consapevolezza del popolo. Non soltanto riguardo alla governance comunitaria, ma anche, per esempio, riguardo a scelte come l'appartenenza alla Nato. C'è il precedente italiano del 1989. Sui principali trattati, da Maastricht fino al Fiscal Compact, va fatta una consultazione referendaria". 

Potere al popolo
 

E sulle direttive? 
"Siamo per disobbedire. Sempre riguardo al Fiscal Compact, per esempio, Bruxelles sta trasformando l'accordo in una direttiva, così evita di sottoporlo all'approvazione dei Parlamenti nazionali". 

Capitolo lavoro: Potere al Popolo vuole metterlo al centro della propria azione politica, "cancellando il Jobs Act, la legge Fornero e tutte le leggi che negano il diritto ad un lavoro stabile e sicuro". In più, intende "ripristinare l’originario articolo 18 ed estenderlo alle imprese con meno di 15 dipendenti". Parallelamente vuole anche "porre fine ai trasferimenti a pioggia alle aziende e stoppare la continua riduzione delle tasse sui profitti". Tutto questo, però, non rischia di allontanare dal nostro Paese gli investimenti privati che il lavoro invece lo creano?   
"Innanzitutto, al centro del nostro programma sta la questione sociale che significa avere diritto ad un lavoro non sfruttato. Aspetto che ci differenzia da tutti gli altri partiti politici. Non vogliamo solo la piena occupazione fatta di lavoretti part-time, ma di impieghi veri, dignitosi e non oppressivi. Lavori che diano uno stipendio che consenta alle persone di poter vivere. Per raggiungere questo obiettivo, intendiamo agire su un doppio fronte".

Quale? 
"Da una parte, vogliamo abolire le leggi che favoriscono il precariato. E' necessario considerare il contratto a tempo indeterminato come l'unico contratto vero. Le altre forme devono essere pure eccezioni. Invertendo i principi che vigono ora nel mercato del lavoro. Dall'altra, vogliamo ridurre l'orario, sia settimanale sia complessivo, abolendo totalmente la legge Fornero. Una riforma che, spostando in là l'età pensionabile, finisce per allungare in media l'orario di circa cinque ore a settimana per tutti i lavoratori italiani. Incentivando così la disoccupazione".

giorgio cremaschi ape 1
 

Ok, ma tutto ciò non scoraggia gli investimenti privati che pure creano occupazione?
"A parte il fatto che un lavoro di migliore qualità rende ed aumenta gli spazi per un'economia migliore. Non è l'impresa che crea il lavoro, ma il lavoro stesso. Se ci sono milioni di occupati in modo stabile, si produce domanda e mercato che attira a sua volta l'impresa. Infine, a differenza di tutti gli altri, Potere al Popolo vuole più Stato e meno mercato. L'Italia non deve più puntare sugli investimenti esteri che, solo per citare alcuni casi aziendali, finiscono per produrre casi come quello dell'Embraco o dell'Honeywell. Casi che abbiamo visto come finiscono. Bisogna mettere un freno alla fuoriuscita di reddito dal nostro Paese e puntare sull'intervento dello Stato nell'economia. Questa è la leva fondamentale che può e deve creare più occupazione".  

A proposito di "investimenti pubblici nella politica industriale", sempre nel vostro programma si legge, che volete "valorizzare il settore turistico e puntare sulla riconversione ecologica delle economia". Ma allo stesso tempo volete "aumentare gli investimenti nella cultura, abolire poi la Fornero sulle pensioni, istituire un reddito minimo garantito, introdurre un minimo di pensione, con 15 anni di contributi, compresi quelli figurativi". In più, intendete "rinunciare alle privatizzazioni e alla vendita del patrimonio pubblico, ripubblicizzando alcune industrie principali". Insomma, un'esplosione della spesa pubblica. E gli oltre 2.300 miliardi di debito italiano, il terzo più alto al mondo, come pensate di ridurli? Con le vostre politiche, i mercati smetterebbero di comprare Btp e spingerebbero i rendimenti alle stelle...
"Potere al Popolo chiede, ed è l'unico a farlo, una revisione di tutto il debito pubblico. In una prima fase non siamo spaventati dal ricorrere ad un aumento del deficit. Siamo contro Maastricht. E' ovvio che il deficit va aumentato per costruire case, scuole ed ospedali e non per comprare gli F35 o per salvare le banche e remunerarle con interessi sui Btp. Dipende da come si spende le risorse che generano il deficti. In Italia i soldi ci sono. Da 25 anni, il nostro Paese ha un bilancio primario in attivo. I cittadini versano allo Stato più ricchezza di quanta ne ricevono in servizi. Abbiamo calcolato che, da inizio anni '90, sono stati fatti circa 750 miliardi di tagli alla spesa pubblica, soldi che sono andati come interessi alle banche sotto forma di interessi sui titoli di Stato. Il nostro debito pubblico aumenta non per un welfare troppo generoso come sostiene Emma Bonino, ma  aumenta, al contrario, perché è tutto determinato dall'usura bancaria sul debito. E' per questo motivo che intendiamo rinazionalizzare la Banca d'Italia, riprendendo il controllo del debito".

viola carofalo

Viola Carofalo

E quindi?
"Partendo da un'attività di audit sul debito, intendiamo poi ristrutturarlo. Da un lato andremo a predere i soldi dal sistema bancario e finanziario. Dall'altro, lavoreremo per una redistribuzione del reddito".

I mercati si spaventerebbero, smettendo di finanziare l'Italia, però...
"Certamente, ma come ci insegna il capitalismo privato, i piccoli debitori restano schiacciati, mentre quelli grandi hanno potere. E noi agiremmo come Stato che impone le proprie condizioni". 

Come il Movimento 5 Stelle, anche voi proponente l'introduzione di un reddito di cittadinanza e di tagliare stipendi e vitalizi dei parlamentari. Ma perché un elettore dovrebbe votare voi e non Luigi Di Maio?
"Innanzitutto, i nostri parlamentari prenderanno uno stipendio di duemila euro al mese, cifra che ci sembra già un buono stipendio. Il parlamentare deve comprendere quanto guadagna il Paese e non arricchirsi. Nessuno arriva a questo livello. Si tratta di un aspetto di moralità e giustizia. Il reddito di cittadinanza, poi, dev'essere considerato - e non come fanno i 5 Stelle - una misura di emergenza contro la disoccupazione. Bisogna concentrarsi in primis sulla creazione di lavoro. Metterla in cima alla lista delle priorità". 

Beh, ma come struttura (il capo politico del movimento è un portavoce che ruota) e compilazione dal basso del programma, Potere al Popolo ricorda molto il M5S della prima ora. Formazione politica che quasi certamente nella quota proporzionale sarà il primo partito, con più chance di far sentire la propria voce...
"Le differenze di programma sono enormi. Abbiamo dei punti in comune, come anche la voglia di mandare a casa quanti hanno governato fino ad ora il Paese. Ma c'è una diversità di fondo. Per loro, la prima parola è legalità. Per noi, invece, è giustizia sociale. Si tratta di una differenza vera, sostanziale. Noi rappresentiamo un fattore che in Italia  non c'è più e che serve: una Sinistra reale del popolo sfruttato e oppresso che deve essere presente nelle istituzioni per migliorare il Paese. Il M5S ha rappresentato una rottura solo nel passato. Abbiamo assistito a una sua conversione che l'ha resa ora una formazione molto moderata. Se avessimo i voti del M5S di sicuro non andremmo nella City di Londra per farci accettare dagli investitori. I mercati e i finanzieri sono i nostri avversari, non quelli da cui dobbiamo farci accettare".  

(Segue...)

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