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Politica
Regione Lazio: Pirozzi e Gasparri una poltrona per due

La vicenda della candidatura del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ricorda, per moti versi l’analoga vicenda che vide il centro - destra perdere le comunali romane ed aprire la strada a Virginia Raggi.

La storia è abbastanza intricata.

Pirozzi che è emerso mediaticamente dopo il terremoto di Amatrice come “sindaco del fare”, rude e burbero, ma legato alla sua comunità (anche se è romano di Trastevere) e si è reso conto che aveva in mano una fortuna dal punto di vista elettorale. La gente, i social, financo i politici di altri partiti avversari lo stimavano e così ha pensato di concorrere alle regionali del Lazio in ambito centro-destra che è la sua zona politica di riferimento e specificatamente Fratelli d’Italia.

La candidatura però è andata di traverso a Forza Italia che ha proposto invece Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato ed ex ministro.

Giorgia Meloni ha fiutato l’aria ed ha capito che non era cosa spendersi troppo per Pirozzi, ma che poteva gestire la cosa magari rafforzandosi al tavolo della trattativa globale, in chiave molto più vasta e cioè nazionale, visto che anche in Lombardia si vota.

Pirozzi dal canto suo sa benissimo che può far perdere il centro - destra, anzi la Meloni glielo ha proprio detto apertamente, ed è ben determinato a dare battaglia e così ha dichiarato che lui si ritirerebbe se e solo se scendesse in campo Giorgia Meloni stessa, che però non ne ha alcuna voglia, dopo la sconfitta romana che l’ha comunque indebolita sull’altare sacrificale delle alleanze; insomma, lei ha già dato per la causa ed ora, ha fatto capire, sta agli altri fare sacrifici ed ha proposto Fabio Rampelli (che poi potrebbe pure essere una scelta vincente).

Pare che a Pirozzi gli siano stati offerti “doni” non disprezzabili, come un posto in Parlamento o nell’esecutivo (qualora il cdx vincesse), ma lui, da buon montanaro tosto e determinato, resiste ad oltranza.

A questo punto è chiaro che il sindaco di Amatrice vuole la candidatura di tutto il centro - destra perché se concorrono lui e Gasparri insieme non vince nessuno dei due.

Quindi Pirozzi si gioca il tutto per tutto sperando che Gasparri alla fine si ritiri e gli lasci il campo libero.

Ieri in una sala del Consiglio Regionale del Lazio c’è stata una riunione dei consiglieri di FI, con Renata Polverini e Maurizio Gasparri, che ha ringraziato ma ribadito fermamente che con Pirozzi in campo lui non concorre lasciando di fatto via libera alla vittoria degli altri due contendenti e cioè all’attuale Presidente Nicola Zingaretti e a Roberta Lombardi per i Cinque Stelle.

La situazione passerà quindi oggi in mano a Silvio Berlusconi che parlerà con Pirozzi per convincerlo.

Pirozzi sta giocando la partita della sua vita perché una occasione simile di centralità non l’avrà mai più, scongiurando altri eventuali terremoti, ma rischia anche e molto.

Rischia di far perdere il centro - destra nel Lazio e di sparire politicamente e dalla scena mediatica facendo la fine di Giuliano Pisapia che per volere tutto è rimasto con il cerino in mano.

Pirozzi d’altro canto, potrebbe portare la sua competenze e la sua “grinta” nelle istituzioni nazionali, cercando di resistere all’impulso della gratificazione immediata per un progetto più ampio, più articolato e che riguarda il futuro prossimo, piuttosto che il presente.

Saggezza politica consiglia quindi una provvidenziale attesa collaborativa, ma l’uomo è irruente e proprio tale irruenza determinata piace alla gente che in definitiva è quella che vota.

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