Salvini non sarà un “Conte”, ma la “grana” 5 stelle lo aiuterà

L’asse Macron/ cinq étoile  potrebbe, oggi,  apparire penalizzante per il ministro Salvini ma farà parte dell’elenco che il leghista utilizzerà, in caso di divergenze, per far saltare “il piatto di governo”. Il “Conte Casalino” prende il pallino internazionale ma rischia l’impopolarità nazionale. Il vero Premier, e futuro aspirante tale, viene umiliato, nella lettura dei suoi detrattori, sull’unica azione che il governo ha sino ad ora adottato.

L’annunciare la flat tax già nel 2018 è il secondo atto dell’uomo del Nord che è conscio di appartenere ad un esecutivo nazionale che ha destato troppe aspettative. Questo secondo obiettivo, dopo il riconoscimento internazionale in occasioni dei porti chiusi rispetto alle porte aperte, rappresenterà l’ennesimo punto in favore di chi vorrebbe “salvini l’Italia” ma dovrà trovare un nemico a cui dare la colpa per svincolarsi dall’alleanza grillina. Se Roma non è un caso, ma la corruzione appartiene all’Italia pur sembrando una giustificazione governativa rispetto a chi millantava potere nel formare l’esecutivo nazionale, non giustifica un Premier che per “partito preso” fa apparire l’italiano più propenso a delinquere che all’esser onesto.

La peggior mossa che Conte avrebbe potuto commettere sarebbe stata non difendere Salvini e l’ha fatta. È iniziata la competizione tra chi in poche settimane si è già stufato di esser considerato Premier con balie e chi lo vuol usare, vedi Di Maio, per frenare l’irruenza del segretario della Lega. Salvini sfida anche il suo collega vice premier sul campo economico, flat tax subito, rispetto all’annuncio: non alzeremo l’IVA che dal punto di vista elettorale non aiuta il napoletano ma ripone nella casa del Grande Fratello l’ingegnere brindisino che sbaglia a consigliare il Premier danneggiando il suo stesso vice.