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Politica
Tramonta l'ipotesi del partito di Calenda. Pd, chiama Zingaretti: "Resto"
Carlo Calenda


Un intervento estemporaneo, fuori luogo e fuori tempo: l'ipotesi avanzata da Carlo Calenda di dare vita a un nuovo partito - seppure di appoggio al Partito Democratico - lascia parecchi dubbi nel Pd. Tra alcuni dirigenti vicini al segretario c'e' stupore: ma come - e' il ragionamento - siamo a una settimana dai ballottaggi, in un momento in cui e' richiesta la massima unita' per arrivare al risultato e si avanza l'ipotesi di uscire dal partito e dare vita a un nuovo soggetto? E a poco e' servita la smentita via Twitter dello stesso Calenda: "Per essere chiari non ho mai detto che fondero' un partito. Ho anzi specificato che rimango nel Pd e solo se me lo chiedesse Zingaretti in vista di un'alleanza elettorale potrei dare una mano a costruire la gamba lib dem. Mi pare che il ragionamento sia stato invertito. "A quel punto il danno era gia' stato fatto", rilevano fonti parlamentari del Pd. La smentita, stando a quanto si apprende, arriva dopo una telefonata tra Calenda e Nicola Zingaretti.

E' l'ex ministro a chiamare il leader dem, spiegando di non avere intenzione di lasciare il Partito Democratico e annunciando la smentita che arrivera' di li' a poco su Twitter. Ma cosa significa "sono pronto a trasformare Siamo Europei in un soggetto politico, se serve?", e' la domanda che, ancora in serata, circolava tra i dirigenti dem presenti alla Camera: "Si tratta di una discussione un po' anomala...", osservano. E c'e' anche chi avanza il sospetto che dietro la mossa di Calenda ci possa essere l'ex maggioranza renziana, particolarmente attiva dopo la tornata elettorale delle europee. Solo ieri, lo stesso Matteo Renzi ha derubricato il successo del Pd a un "pareggio", oltre tutto propiziato dalla "lealta'" con cui hanno fatto campagna elettorale Renzi e i suoi: "Se ci fosse stata la stessa lealta' anche in passato, i risultati sarebbero stati diversi", ha poi aggiunto lo stesso Renzi.

La linea di Zingaretti e' di non portare il dibattito del Pd su dispute interne che non giovano a nessuno. "Noi dobbiamo andare avanti insieme, uniti. Questo e' sempre stato il mio obiettivo e credo che lo sia di tutti, anche di Calenda, che lo ha confermato", si limita a dire il segretario lasciando il Senato al termine della presentazione del rapporto della Corte dei Conti". Per Zingaretti, dunque, l'incidente e' risolto. Domani in direzione non ci sara' alcun altro riferimento. Zingaretti potrebbe rimarcare, invece, che nel Pd i moderati non mancano cosi' come non manca la rappresentanza di istanze di centro. Ed e' presente, soprattutto, la volonta' di andare avanti con un progetto in grado di parlare a tutto campo.

Di sicuro, il segretario dem si soffermera' su quella che considera una vittoria del Pd e "un primo passo per costruire l'alternativa a Salvini e a questo governo"; lancera' ufficialmente la 'Costituente delle Idee', un percorso di partecipazione e ascolto per arrivare al programma per l'alternativa, coinvolgendo mondo produttivo, ricerca, universita', sindacati, industriali e imprese e arricchire cosi' il 'Piano Italia' presentato solo poche settimane fa. Intanto, l'intervista di Calenda e la smentita che ne e' seguita ha ottenuto l'effetto di riportare alla 'casa madre' un esponente uscito dal Pd. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, annuncia infatti su Facebook: "Ho telefonato al segretario della sezione Pd Stazione-San Lorenzo di Firenze, Tommaso Cocchi, per chiedergli l'iscrizione al Partito Democratico. Lo faro' sabato prossimo. Lo faccio per dare una mano a Zingaretti e perche', come riconosce anche Calenda, dentro al Pd, insieme ad un'area liberal-democratica deve vivere un'area che si richiama al socialismo democratico e alla storia della sinistra italiana".

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