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Ilva, Melucci: 'Quello che il ministro Calenda non dice'

Il Comune di Taranto è "attore" protagonista, insieme alla Regione Puglia, del ricorso del DPCM del 29.9.2017, che ha modificato il Piano Ambientale dell’ILVA di Taranto, prorogando i termini "già scaduti per la  realizzazione degli interventi ambientali, di cui alle prescrizioni AIA, sinora rimaste inottemperate". 

Melucci Caenda
 

Dopo gli attacchi subiti da Michele Emiliano in Consiglio regionale e, già in precedenza, dallo stesso ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, il sindaco Rinaldo Melucci decide di diramare una sorta di "decalogo", per puntualizzare quanto "Il ministro calenda non dice", secondo il primo cittadino di Taranto:

1. Il ricorso del Comune di Taranto al Tar Lecce non sospende l’aggiudicazione dell’Ilva a AM Investco Italy e non c’è rischio alcuno di fermo o chiusura della fabbrica.

2. Il ricorso non blocca né ritarda la copertura dei parchi minerali, che in realtà potevano essere coperti già da anni. Chiunque dichiari il contrario, contribuendo a creare agitazione tra lavoratori e cittadini, dimostra un grave deficit di competenze.

3. L’unico vero rischio deriva proprio dall’azione del Governo che consente lo slittamento al 2023 di diversi interventi urgenti e improcrastinabili per la tutela della salute. Non lo dice il Comune di Taranto ma l’Unione Europea che nei giorni scorsi ha già pesantemente censurato il Governo italiano per l’omesso esame dell’impatto sanitario.

Cons Ilva
 

4. Al Comune di Taranto non è stato notificato ancora alcun atto formale a garanzia dell’avvio dei lavori di bonifica e messa in sicurezza dei parchi. Non ci si può accontentare di promesse e annunci, sotto la pressione del ricatto occupazionale.

5. Il ministro Calenda non vuole l’istituzione di un tavolo esclusivo per Taranto e non è in grado di rispondere nel merito alle proposte della città di Taranto: la comunità non cederà al ricatto (immorale e forse illecito) del ritiro preventivo del ricorso.

6. Il Comune di Taranto ha fatto precise proposte sulla rimodulazione di tempi e tecnologie per mettere in sicurezza lo stabilimento: i ministri Calenda e Galletti non hanno mai preso in considerazione le osservazioni degli enti locali.

7. Il ministro Calenda, oltre che sulla valutazione del rischio sanitario, è muto rispetto alla definizione delle pendenze dell’indotto locale. Evidentemente è più sensibile alle esigenze di lobby e multinazionali che a quelle delle imprese pugliesi.

Taranto TMC Ilva2
 

8. Il ministro Calenda sorvola sul fatto che il Comune di Taranto chiede l’avvio immediato delle bonifiche e l’aggiornamento dei protocolli di ristoro ambientale.

9. Il ministro Calenda difende i commissari che non hanno costruito alcun utile rapporto con la città; il Comune di Taranto, per lo stesso motivo, chiede avvicendamento immediato.

10. Il ministro Calenda, a tutt’oggi, non è in grado di fornire agli enti locali la documentazione di dettaglio relativa al piano industriale, fattispecie ampiamente prevista dalla procedura di legge. Il Comune di Taranto non rinuncia al dialogo costruttivo, per il quale resta disponibilità piena e immediata. Un dialogo che coinvolga finanche le procedure giudiziali avviate. Ma nessuno può pretendere che l’amministrazione chiuda gli occhi e tradisca i cittadini sulla madre delle questioni, la loro salute, la loro qualità della vita. Dopo una dozzina di decreti salva Ilva, ora il Governo fornisca garanzie serie su un decreto salva Taranto e tarantini.

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Ilva e Emiliano, FI e Dit: 'Furia francese e ritirata spagnola'

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                            Ilva, Emiliano disponibile a invito vescovo Taranto, per dialogo col Governo

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