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Lega, nuovo approdo a Bari: è la volta di Michele Picaro

A Palazzo di Città, a Bari, si ufficializza l'approdo in Lega del consigliere comunale Michele Picaro, che raggiunge il collega Fabio Romito. Un passaggio annunciat, in realtà, dai post con la foto insieme al leader maximo del partito, Matteo Salvini, da parte dello stesso Picaro, in occasione dei suoi 20 anni di carriera politica (un vero record, se si considera che Picaro non ha ancora 40 anni).

Picaro Romito

Equilibrato, Andrea Caroppo ha parlato di lui come di persona capace, competente, dal cursus honorum impeccabile (Picaro è stato un giovanissimo consigliere municipale prima di entrare, nel ’99, in Consiglio comunale), ma il consigliere regionale ha illustrato un quadro più ampio della situazione: “Con Romito candidato sindaco e Picaro in quota  presentiamo una proposta seria, credibile, di peso anche per debellare questo civismo che sta improvvisamente fiorendo e che non nasconde reali contenuti né alcuna portata rivoluzionaria”.  E a chi gli chiede se, ora, la Lega sia in ‘campagna acquisti’, per acquisire quel terzo consigliere che permetterebbe di far costituire il gruppo consigliere (l’anello mancante, secondo alcuni, avrebbe già un nome che corrisponderebbe a quello di Giuseppe Carrieri), risponde che, no, grazie, il gruppo non interessa quanto i territori: ripartire dalle municipalità, dalle periferie, come diktat e, preferibilmente, farlo con un centrodestra unito.

Definitivo, Enrico Balducci, segretario provinciale di partito: “Decaro di nuovo sindaco? Mi si permetta di dire che è una falsa notizia. La vera notizia, la vera rivoluzione, è quella messa in atto da Lega che candida un sindaco di 30 anni per Bari, un anti-solone della politica, uno che, insieme a Picaro, rappresenta per Bari la giusta ‘miscela esplosiva’ in grado, da qui a sette mesi, di approdare al governo della città”.

salvini caroppo 2

Appassionato, Fabio Romito ha dipinto una Bari a tinte fosche in mano al centrosinistra e lo ha fatto carte alla mano, presentando i risultati di un sondaggio commissionato alla Tecnè sull’indice di gradimento dell’amministrazione Decaro: “Il 71% della popolazione intervistata boccia l’attuale governo della città, solo il 2,4% dei cittadini pensano che Bari sia migliorata a fronte del 42% che la ritiene, al contrario, decisamente peggiorata. Sono dati imbarazzanti che collidono con i sondaggi, a questo punto immaginari, del nostro sindaco che è convinto di avere il 51% dei consensi”.

E indicando alcuni dei suoi punti programmatici, no a cittadelle di migranti come quella che il governo voleva costituire in largo Pashà, ordinanza anti-prostituzione, sostegno al comparto produttivo e ai commercianti, ha detto che sarà più facile attuare, avendo “un bomber come Picaro in squadra”.

Rigoroso, in ultimo, Michele Picaro ha commentato il suo avvicinamento alla Lega definito un esito spontaneo, un approdo assolutamente naturale vista la affinità di vedute con il partito: “Per una politica che torna in piazza e non resta nei palazzi,; per una politica a favore dei cittadini e contro questo regime tariffario oltraggioso, nei loro confronti, che ha portato a un +25% di Tari e non ha risparmiato neppure i morti con il rincaro del 120% sulle lampade votive, a fronte di servizi resi di discutibile efficienza".

Consiglio comunale Bari

"Uno su tutti? - ha ribadito - Amtab e i suoi mezzi che cadono a pezzi, impedendo ai cittadini di raggiungere agevolmente posti di lavoro e di studio. Non è un caso, poi- ha continuato il consigliere- che la nostra città risulti ai primissimi posti per i giovani che decidono di andarsene”.

E su primarie sì, primarie no, i referenti di partito dicono di essere pronti a mettersi in gioco, per quanto “le primarie non siano una idea nostra”. D’altronde, a destra, la Lega è l’unico partito ad aver espresso chiaramente un nome. Tra l'altro, è oponione diffusa tra i leghisti che il ritornello del “Ci si sta organizzando, per la stesura di un regolamento”, ripetuto da più parti - specie da partiti come Forza Italia - conferma l'ipotesi che non ci sia la reale volontà - condivisa - di voler confrontarsi con questo meccanismo di scelta del candidato.  

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