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Roma
Confcooperative, Marco Marcocci nuovo presidente dopo Mafia Capitale

Marco Marcocci eletto presidente di Confcooperative Roma dopo 3 anni di commissariamento provocato dallo scandalo di Mafia Capitale.

 

Legalità, trasparenza, cooperazione e giovani sono state le parole d’ordine all'Assemblea provinciale dell’organizzazione. “Il mondo cooperativo non può essere subalterno alle istituzioni e alla politica ma deve essere proposta – ha dichiarato Marcocci – Le cooperative possono rappresentare, ad esempio, l’unico appiglio per la politica per arrivare in alcune zone dove è completamente assente. Quello che vorremmo avere è una riconoscibilità rispetto a quello che sappiamo fare. Sappiamo di poterci mettere alla prova con l’obiettivo di migliorare le relazioni interne ai territori. Nei prossimi tempi vogliamo implementare il settore “cultura e turismo” e insisteremo sulla semplificazione territoriale per arrivare anche dove siamo assenti”.

Confcooperative a Roma è il principale aggregatore di imprese cooperative, attive soprattutto nel welfare. Oltre 440 imprese, che aggregano 82.220 soci e danno lavoro a 35 mila persone, realizzando un fatturato di 1,8 miliardi di euro all’anno.

Ai lavori ha partecipato anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi: “Sappiamo bene che il tessuto cooperativo a Roma rappresenta una buona fetta dei servizi che la stessa amministrazione eroga ai cittadini. In particolare il settore dei servizi alla persona necessita di maggiore attenzione. Il sistema cooperativo romano può ripartire dopo Mafia Capitale, così come la nostra amministrazione, soltanto se baserà il suo impegno su valori quali legalità, trasparenza e comunità. E soprattutto – ha aggiunto – se al centro di tutto verranno messe le persone e non gli interessi economici”.

“La Regione Lazio – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali della Regione Rita Visini - ha decretato un milione e 800 mila euro per il rilancio, lo sviluppo e l’internazionalizzazione del mondo cooperativo. Il ruolo che le cooperative hanno avuto nella costruzione del nuovo welfare regionale è stato fondamentale, per questo la Regione Lazio nella legge 328 sulle politiche sociali (diventata legge 11 del 2016) ha messo al centro di queste politiche attori che tempo fa non esistevano come il privato sociale, insieme alle asl e ai sindacati”.

“Oggi ripartiamo da responsabilità, coraggio e determinazione – ha aggiunto Andrea Fora, commissario di Confcooperative Roma - Confcooperative è a Roma la centrale cooperativa più rappresentativa, un romano su 10 usufruisce dei servizi di welfare delle nostre cooperative, e oltre 15 mila operatori tutti i giorni visitano le case romane per offrire servizi di welfare, solo per fare un esempio. Ci tenevamo anche a ricucire il rapporto di collaborazione con il Comune di Roma, dopo l’onta di Mafia Capitale. Da questo punto di vista la riconciliazione di oggi è stato un momento che definirei storico”.

“Sulla legalità non facciamo sconti a nessuno – ha detto il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini - da noi chi sbaglia è fuori. Le cooperative non sono un fine, ma uno strumento al servizio dei soci e dei bisogni delle comunità. Bisogna essere capaci di essere innovativi, di leggere le esigenze a cui saper dare risposte. Una risorsa da mettere a disposizione del bene comune. Le comunità hanno bisogno di organizzazioni coraggiose, autonome e collaborative”.

 

 

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