8 marzo: Ebele Okoye, la farmacista che lotta per l’emancipazione femminile

di Enrico Casale
ebele okoye

Educazione e formazione alla leadership sono gli ingredienti base per promuovere l’emancipazione delle donne africane. In questo crede Ebele Okoye, la farmacista nigeriana che ha vinto il Premio Harambee 2018 per la promozione e l’uguaglianza della donna africana. Il riconoscimento, che le verrà consegnato in una cerimonia che si terrà martedì 13 marzo a Madrid, è assegnato da  Harambee Africa International. Harambee – che in swahili significa tutti insieme – è un progetto internazionale di solidarietà con l’Africa sub-sahariana che collabora con progetti educativi, sanitari o assistenziali, promossi e realizzati dagli stessi africani nei loro paesi. Tutti i loro volontari lavorano senza ricevere alcun compenso. Nel 2018 Harambee ha sviluppato  progetti in Benin, Burundi, Congo, Camerun, Costa d’Avorio, Kenya, Nigeria, Ruanda, Sudafrica, Togo e Uganda.

Da anni, ormai, Ebele Okoye, è impegnata nel favorire «lo sviluppo della donna attraverso l’istruzione, la formazione professionale e il rafforzamento di uno spirito di servizio alla comunità capace di renderla una cittadina in grado di partecipare attivamente al progresso sociale del suo Paese».

Per rendere effettiva questa uguaglianza, Ebele ha ideato il progetto «Amad – Women’s Board» il cui obiettivo è «garantire lo sviluppo della donna nigeriana, attraverso l’istruzione e favorendone l’accesso professionale. Allo stesso tempo si intende trasmettere un impegno al servizio alla comunità in modo da renderla un cittadino più capace di partecipare al progresso sociale del Paese».

Nelle zone rurali le donne sono totalmente sottomesse ed è per questo che Okoye punta sulla loro formazione, affinché siano meglio in grado di vivere ed essere indipendenti. La farmacista nigeriana si dedica poi alle adolescenti perché non abbandonino la scuola o imparino un mestiere. Okoye è convinta che il cambiamento dell’Africa è strettamente collegato allo sviluppo delle donne perché sono queste che trasmettono educazione, cultura e tradizione: «Educare una donna vuol dire educare tutta la famiglia e con le famiglie tutto il Paese».

«L’Africa – conclude – ha bisogno di leader responsabili e il progetto Amad è un modello eccellente perché non solo offre seminari sulla leadership, ma affronta anche problemi sociali, in particolare la lotta alla povertà. Ad esempio, l’applicazione del programma Amad nella comunità di Iroto, nell’area del governo locale di Ijebu-Ode, nello stato di Ogun, ha avvantaggiato quasi 4.000 donne e bambini nell’area».

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