CINA. È crisi dichiarata: non si vendono più auto

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Sono usciti recentemente una serie di dati sull’economia cinese molto cupi che gettano luce su come le tensioni commerciali stiano esacerbando tendenze preoccupanti, già in corso nell’economia di Pechino. Ad esempio, il volume delle vendite nel più grande mercato automobilistico del mondo è sceso del 6% a 22,7 milioni di unità nel 2018, ha dichiarato l’Associazione Cinese delle Autovetture, si tratta del primo declino annuale in più di due decenni.

Stando a quanto riporta Asia Times, una serie di tendenze stanno pesando sul settore automotive a livello globale, e in Cina la scadenza dei sussidi governativi per aumentare la spesa dei consumatori, insieme alla guerra tariffaria statunitense, stanno aggravando i problemi.

L’Associazione dei produttori automobilistici cinesi ha infatti detto che la guerra commerciale sarà un fattore che peserà sulle vendite di auto, in una sua analisi uscita a dicembre 2018.

Secondo Shanghai Daily «le vendite totali dei veicoli dovrebbero cominciare a crescere dopo il secondo trimestre di questo anno», e che le vendite nel 2018 sono state molto più deboli di quanto previsto. Goldman Sachs prevede che il declino delle vendite si inasprirà con un calo del 7% quest’anno, ma potrebbe ricominciare a riprendersi nel 2020, riporta Bloomberg.

L’economia cinese si è quindi probabilmente arrestata; e mentre il dibattito continua a farsi rovente sulle cause del declino, Pechino ha deciso di varare una serie di misure per sostenere la seconda economia mondiale. Tra queste misure vi sono lo stimolo della spesa dei consumatori e l’aumento dei prestiti per le piccole e medie imprese, nonché un’altra serie di tagli fiscali. Sono inoltre previsti maggiori investimenti infrastrutturali.

Tuttavia, un elemento chiave per frenare la crescita lenta sarà il ripristino delle difficili “relazioni” della Cina con gli Stati Uniti dopo l’aspra e costosa guerra commerciale.

Sono da poco ripresi i colloqui commerciali tra Usa e Cina, concentrati sull’impegno della Cina ad acquistare una quantità sostanziale di prodotti agricoli, energia, manufatti e altri prodotti e servizi dagli Stati Uniti. Le reazioni ai primi round di consultazioni sono state positive; in una breve dichiarazione, il ministero del Commercio cinese ha detto: «Entrambe le parti hanno attuato con entusiasmo l’importante accordo raggiunto tra i vertici di entrambi i paesi e hanno tenuto discussioni ampie, profonde e meticolose su osservazioni condivise su questioni commerciali e problemi strutturali, gettando le basi per affrontare le aree di interesse comune. Entrambe le parti hanno convenuto di continuare a mantenere stretti contatti».

Il prossimo passo potrebbe essere un possibile incontro tra il fidato alleato di Xi, Wang Qishan e Donald Trump al World Economic Forum di Davos alla fine di questo mese.

Graziella Giangiulio