VENEZUELA. Il governo minaccia di sospendere le elezioni

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In un’apparizione sulla televisione statale Vtv, il ministro dell’Informazione venezuelano Jorge Rodríguez ha detto che i colloqui in corso con una parte dell’opposizione andranno a picco, fino a quando Washington manterrà la sua stretta sull’economia venezuelana.

«Il Venezuela non avrà un tornata elettorale, e non firmeremo alcun accordo con l’opposizione in Venezuela fino a quando queste sanzioni grette non saranno revocate», ha detto Rodríguez, che ha anche accusato l’opposizione di fare lobbying a Washington, in Canada e Spagna per isolare il paese, riporta il Miami Herald.

Un primo round di colloqui in Repubblica Dominicana si è concluso, infatti, il 2 dicembre senza accordo, ma le parti hanno evidenziato «progressi significativi» e hanno previsto una nuova riunione per il 15 dicembre, con l’impegno di cercare un accordo “definitivo”.

«Speriamo (quel giorno) possiamo informare il paese che abbiamo buone notizie» ha detto Luis Florido, esponente della coalizione Mesa de la Unidad Democratica, ripreso dal Diario de Caracas.

Le minacce del governo di Caracas sono state rigettate proprio dall’ambiente economico del paese, oramai al collasso. In una intervista alla venezuelana Union Radio, Roig Jorge Rodríguez, ex presidente di Fedecámaras, ha ricordato che, se questo punto non venisse rispettato, «la cosa più probabile è che le sanzioni saranno rafforzate (…) Jorge Rodríguez è ministro della Comunicazione. Non può interferire con i poteri dello stato. Roig ha affermato che se la Costituzione e le leggi non saranno rispettate, le sanzioni saranno molto probabilmente aggravate. Ha affermato che il dialogo non cerca di far vincere l’opposizione o il governo, ma il Venezuela: «Non è un processo che darà come vincitore il governo o l’opposizione, ma il Venezuela e se venissero sospese le elezioni non ci saranno buone notizie per il paese (…) Immagina il segnale che si dà al mondo (…)  le sanzioni non saranno revocate se non rispetterete le regole che i paesi hanno imposto, se non si raggiunge questo punto, la cosa più probabile è che le sanzioni saranno più dure». Nella sua lunga intervista Roig ha poi condannato la creazione della criptomoneta venezuelana, Petro, perché incapace risolvere i problemi di un paese in cui scarseggiano gli antibiotici e i generi di prima necessità.

Graziella Giangiulio