ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 06 Ottobre 2017 00:00

Neemia. I settantadue discepoli

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In quei giorni, tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse ad Esdra lo scriba di portare il libro della legge di Mosè che il Signore aveva dato a Israele. 


Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all'assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. 
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l'orecchio a sentire il libro della legge. 
Esdra lo scriba stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l'occorrenza e accanto a lui stavano, a destra Mattitia, Sema, Anaia, Uria, Chelkia e Maaseia; a sinistra Pedaia, Misael, Malchia, Casum, Casbaddàna, Zaccaria e Mesullàm. 
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutto il popolo; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. 
Esdra benedisse il Signore Dio grande e tutto il popolo rispose: "Amen, amen", alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. 
Giosuè, Bani, Serebia, Iamin, Akkub, Sabbetài, Odia, Maaseia, Kelita, Azaria, Iozabàd, Canàn, Pelaia, leviti, spiegavano la legge al popolo e il popolo stava in piedi al suo posto. 
Essi leggevano nel libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso e così facevano comprendere la lettura. 
Neemia, che era il governatore, Esdra sacerdote e scriba e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: "Questo giorno è consacrato al Signore vostro Dio; non fate lutto e non piangete!". Perché tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. 
Poi Neemia disse loro: "Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza". 
I leviti calmavano tutto il popolo dicendo: "Tacete, perché questo giorno è santo; non vi rattristate!". 
Tutto il popolo andò a mangiare, a bere, a mandare porzioni ai poveri e a far festa, perché avevano compreso le parole che erano state loro proclamate. 


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,1-12. 
In quel tempo,  il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 
Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 
Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 
non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 
curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio». 
Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 
Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. 
Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.»

Gesù mandò davanti a sé settantadue discepoli perché 6, Ash, Uno d’origine in zumero, Dio padre, manda i 12 apostoli scelti dal Figlio, ad evangelizzare il mondo.

6 x 12 = 72!

Chi non li accoglierà sarà trattato come polvere, pulvis, pul.uish/bul.uish, ‘soffio-paura/tutto.vita/morte.Aldilà’.

Il libro di Neemia era unito col libro di Esdra nella traduzione dal greco dei 70. L’editto di Ciro, 538 a.C., autorizza gli Ebrei a tornare da Babilonia in Gerusalemme.

Il nome Esdra è zum. esh.dar: ‘-immagine attiva-dar –vita.morte-esh’.

Il nome Neemia è zum. ne.em.ia vel en.me.ia: ‘luogoia (del) Signoreen (e della sua) parolame/em’.

Esdra, lo scriba e sacerdote, lesse, nel primo giorno del settimo mese, il ‘li.bru (gioia. contenitore)’, alla porta orientale della città, dove si osserva la levata del sole, porta delle acque, a.ku.e, ‘cuoree (del) riconoscimentoku (del) semea’.

Lesse dalla levata eliaca del sole, al.ba, fino a mezzogiorno, an.bar.

Esdra benedisse il Signore Dio grande e tutto il popolo rispose: "Amen, amen”. Significava: ‘-che venga-am (il) Signoreen, in verità’. Con ciò intendeva: -che venga-am (il) Signore dio sole-. Il Signore vostro dio rappresentato dal sole, che è prima del sole.

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