Notiziario di Martedì 22 Ottobre 2002

Solo per un miracolo la casa di via Marchica non si è trasformata in una nuova casa degli orrori di questa tragica e pazza cronaca delle ultime settimane. E Castrofilippo in una Chieri di Sicilia. Per fortuna, alla fine, si può parlare di strage evitata, di tragedia della follia senza vittime. L’inferno in questa casa comincia intorno alle 11,30. Giuseppe Craparo, 32 anni di Canicattì, come ogni giorno, va a trovare il figlioletto di appena un anno, Vincenzo Cristian, affidato alla moglie, Giovanna Curto, di 20 anni. L'uomo ha una discussione con la moglie che subito degenera. Giuseppe Craparo afferra un coltello da cucina e comincia a sferrare i colpi ferendo nell’ordine la moglie, il piccolo Vincenzo Cristian, in braccio alla mamma, il cognato Gioacchino Curto, di 18 che tenta di difendere la sorella e la suocera, Carmela Restivo, di 45 anni. Subito dopo l'aggressione l’uomo fugge a piedi, vagando per le campagne tra Castrofilippo e Canicattì. Qui nel primo pomeriggio decide di costituirsi alla polizia. Intorno alle 16 si presenta davanti alla dirigente del commissariato, Patrizia Nicastro, confessando tutto e indicando ai poliziotti il punto esatto dove ha gettato il coltellaccio. Le ricerche erano state avviate anche dai Carabinieri della compagnia di Canicattì e della locale stazione di Castrofilippo anche con l’ausilio di un elicottero. Agli investigatori Giuseppe Craparo ha raccontato in lacrime la sua tormentata storia coniugale, i primi dissapori con la famiglia della moglie, fino alla separazione e alla controversia giudiziaria per l'affidamento del figlio. Intanto immediatamente soccorsi i feriti sono stati trasportati nell'ospedale ''Barone Lombardo'' di Canicatti'. Il più fortunato è stato il piccolo Vincenzo Christian, ferito di striscio a una gamba da alcuni fendenti del padre: per lui qualche punto di sutura e sette giorni di prognosi. Piu' gravi le condizioni dello zio, della nonna, ma soprattutto della mamma sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Per tutti e tre i medici dell'ospedale si sono riservati la prognosi, pur mostrando un cauto ottimismo. Un matrimonio e forse un amore sbagliato quello tra Giuseppe e Giovanna. Due anni fa le nozze. I due vanno a vivere a Lucca, dove lui aveva trovato un’occupazione come manovale presso una piccola impresa dove lavorava anche il fratello. Il matrimonio era pero' naufragato dopo pochi mesi di convivenza e la donna aveva deciso di tornare a casa dei genitori, accusando il marito di maltrattamenti, mentre era ancora incinta di Vincenzo Christian, avviando le pratiche per la separazione. Una decisione alla quale l'uomo aveva tentato di opporsi in tutti i modi, anche con la forza. Nel gennaio scorso poi l'operaio aveva raggiunto la moglie a Castrofilippo, per convincerla a recedere dalla sua posizione. Di fronte all'ennesimo rifiuto, l'aveva selvaggiamente picchiata. La donna aveva presentato denuncia e Giuseppe Craparo era stato arrestato, subito dopo avere fatto rientro a Lucca, con l'accusa di violenze e lesioni. Questa mattina, una seconda spedizione dell’uomo con in tasca però un coltello a serramanico. Giovanna Curto e i suoi familiari prima hanno cercato di farlo ragionare, ma quando lo hanno visto impugnare l'arma sono fuggiti terrorizzati. Dopo essersi costituito ha consegnato agli investigatori la lama di sei centimetri, ancora sporca di sangue, ed e' scoppiato in lacrime. Adesso dovra' rispondere di tentato omicidio plurimo e lesioni. L'inchiesta e' coordinata dal sostituto procuratore di Agrigento, Luca Crescente.

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