DECRETO SICUREZZA e PRESCRIZIONE NEI PROCESSI/ Polemica tra i ministri Giulia Bongiorno e Bonfade. Il governo porrà la questione di fiducia

La sciagura meteorologica che si è abbattuta su vaste zone della penisola, sia a nord come al sud, lascia ovviamente meno spazio agli importanti temi politici che il parlamento e il governo dovranno affrontare in queste settimane per dare segnali di cambiamento alle strutture normative della società italiana. Uno dei temi che toccano sia la funzionalità dello Stato sia l’equità  sociale è quello della giustizia. E su questo vi è stata ieri una accesa ma corretta polemica a distanza tra due ministri: quello della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno (che è un noto avvocato penalista), e quello della Giustizia, Alfonso Bonafede (anch’egli avvocato).  Materia del contendere: la modifica dei termini per la prescrizione nei processi, prevista nel “contratto di governo” tra Lega e Cinquestelle e da tempo uno dei punti cardine del programma del Movimento fondato da Beppe Grillo e ora guidato da Di Maio.

Il ministro Giulia Bongiorno , parlando in una intervista a Maria Latella su SkyTg24 dell’emendamento che in materia i 5 Stelle hanno proposto al disegno di legge anticorruzione, ha espresso disaccordo affermando che “bloccare la prescrizione dopo il processo di primo grado è come mettere una bomba atomica nel processo penale“. “Non posso accettarlo”, comunque, ha aggiunto,  sulla questione, “si troverà un accordo perché ciò che è dentro al contratto va attuato”.

Immediata la replica del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Rispetto e stimo il ministro Bongiorno, con cui ho collaborato e collaboro su diversi fronti – dalla necessità di riavviare il motore della giustizia con nuove forze, alla lotta contro la violenza sulle donne – ma sulla prescrizione si sbaglia. La bomba atomica che rischia di esplodere è la rabbia dei cittadini di fronte all’impunità”. “Chi va a spiegare ai familiari delle vittime della strage di Viareggio che il tempo è scaduto per i primi due reati e non avranno una risposta di giustizia piena? Oltre alla tragedia, devono anche essere beffati da uno Stato incapace di dare una risposta? E questo vale per tanti altri casi come il processo Eternit, il terremoto dell’Aquila, l’inquinamento dell’impianto di Marghera. Dopo una verità accertata in primo grado, non possiamo lasciare che da quel momento in poi non ci sia più alcuna certezza di giustizia. La sicurezza dei cittadini e la certezza della pena perdono qualsiasi significato se poi il processo si conclude con la prescrizione. Deve essere chiaro che siamo di fronte a una riforma della giustizia penale che cambia totalmente ottica: è finita l’era dei furbi e dei loro azzeccagarbugli che mirano solo a farla franca. Con la nostra riforma della prescrizione gli unici a doverla temere sono i colpevoli. I tempi dei processi saranno brevi grazie agli investimenti di questo governo: lo Stato si deve prendere la responsabilità di rendere giustizia ai cittadini”.

E’ auspicabile che in parlamento questi argomenti prevalgano e si arrivi a una soluzione che garantisca sia i diritti di chi ha ricevuto il danno sia dell’imputato, ma che si taglino i tempi sterminati della giustizia italiana anche nell’iter intollerabile delle procedure, un anacronismo che frena e ostacola anche l’economia di questo paese rispetto a tutti gli altri.

QUESTIONE DI FIDUCIA – E i governo porrà la questione di fiducia al decreto sicurezza e immigrazione: lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi del M5S.
Con l’intervento illustrativo del relatoreStefano Borghesi (Lega), l’Aula di Palazzo Madama ha iniziato l’esame del decreto, già licenziato la settimana scorsa dalla Commissione Affari costituzionali del Senato.

“Senza la fiducia avrei votato contro il provvedimento, che credo finirà per produrre più irregolari. Ma siccome mi aspetto che questo governo farà in futuro cose buone, nel momento della fiducia uscirò dall’Aula. Ma posso assicurare che tutti i miei colleghi, nel merito di questa legge, la pensano come me”. Lo afferma Paola Nugnes, senatrice ‘ortodossa’ dei 5 Stelle. “La verità – aggiunge – è che non si vuol fare vedere che Fi e FdI votano a favore”.

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