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Caso Cecconi, i 5 Stelle spengono le polemiche: «Basta speculazioni, da noi chi sbaglia paga»

Così Patrizia Terzoni e Donatella Agostinelli, deputate uscenti e candidate rispettivamente alla Camera e al Senato per il M5s

«Come ha specificato ieri Luigi Di Maio, il caso del deputato uscente Andrea Cecconi è in mano al collegio dei probiviri del M5S e noi ci atterremo alle decisioni prese in quella sede. Resta il fatto che siamo l'unica forza politica ad accertare e sanare immediatamente le pur piccole anomalie che avvengono al nostro interno, mentre gli altri partiti non cambiano rotta neanche quando arrivano le indagini giudiziarie o addirittura le condanne». Così Patrizia Terzoni e Donatella Agostinelli, deputate uscenti e candidate rispettivamente alla Camera e al Senato per il M5s. 

Il deputato e candidato M5s Andrea Cecconi ha già deciso di rinunciare alla sua elezione: «Il 4 marzo cederò il passo e andranno avanti gli altri candidati». Cecconi è un fedelissimo di Di Maio e Davide Casaleggio, candidato capolista nel proporzionale nelle Marche 2, quindi eletto sicuro alla Camera, nonché sfidante nell’uninominale di un peso massimo come il ministro dell’Interno Marco Minniti. Come Cecconi anche il senatore M5s Carlo Martelli, anch'egli deferito ai probiviri 5 Stelle per irregolarità nella "restituzione" di quota degli stipendi da parlamentare. 

«Questa vicenda - continuano Terzoni e Agostinelli - finisce per rafforzare i principi del Movimento ed evidenzia meccanismi di auto-correzione saldi ed efficienti. Basta, dunque, con le speculazioni fatte da chi vuole coprire soggetti con ben altre magagne presenti nelle proprie liste. Da noi chi sbaglia paga, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini e con tutti gli attivisti che in questi anni ci hanno supportato, aiutato e incoraggiato. Ci siamo tagliati gli stipendi e rinunciato alle ulteriori indennità di carica. Abbiamo la convinzione che chi entra nelle istituzioni debba dare il buon esempio e fare sacrifici per primo, non chiederli solo ai cittadini. La campagna elettorale va avanti quindi con un surplus di determinazione: dobbiamo garantire alle Marche la presenza nei due emicicli del prossimo Parlamento di persone che portino in quelle sedi le istanze del territorio, non di approfittatori che sfruttino i collegi della nostra regione come trampolino di lancio per carriere politiche all’interno del proprio partito, come accadrà di certo stando alle candidature messe in campo da centrodestra e centrosinistra. Il 4 marzo si decide il destino dell’Italia dei prossimi dieci anni, ma anche quello della nostra regione: le speculazioni politiche di queste ore le rimandiamo al mittente nella convinzione che solo il M5s può contribuire a risollevare le sorti delle Marche».

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