Attualità

Don Giuseppe Zingaro e la solitudine del quartiere San Valentino

La Redazione
Alla guida della parrocchia di San Riccardo da 16 anni, il prete di quartiere punta il dito contro le istituzioni e invita la comunità a rimboccarsi le maniche
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Una lettera dura ma necessaria quella che don Giuseppe Zingaro, alla guida della parrocchia di San Riccardo da ben 16 anni, ha inviato ai residenti del quartiere San Valentino e ha letto durante l’omelia di Natale. Il quartiere di San Valentino, un quartiere di cui tutti parlano e cercano di farsi carico, appunto, solo a parole, mentre in pochi aiutano concretamente.

Don Giuseppe punta il dito contro le istituzioni. Tutte. Don Giuseppe aiutato, per verità, da pochissimi suoi confratelli, evidenzia una sorta di solitudine. Il disagio abitativo, le situazioni di povertà, la disoccupazione, la disperazione… temi che il sacerdote affronta nella sua lettera che diventa un grido silenzioso di aiuto e nel contempo infonde speranza per il futuro: “Non amiamo a parole, ma con i fatti e nella verità” (1 Gv 3,18 ) e il tema scelto da Papa Francesco per la prima giornata dei poveri celebrata lo scorso 19 novembre diventa anche un motto per il prete di periferia.

«Carissimi,

desidero partire dalla parola di Dio per aprirvi il mio cuore e confidarvi alcuni sentimenti che dovrebbero mettere in discussione la mia vita di prete e la nostra di credenti.

È da anni che sono qui con voi. Abbiamo lavorato, servito, pregato, soccorso. Abbiamo cercato di fare quello che il Signore ci comanda, di amarci gli uni gli altri e di lavarci i piedi vicendevolmente.

Non posso certamente nascondere e far finta di niente, dei disagi, dei problemi, dei lutti (il riferimento è alla strage ferroviaria del 12 luglio 2016 che ha toccato alcuni nuclei famigliari del quartiere ndr)… che hanno toccato e toccano questa comunità e questo quartiere.

Ma non possiamo e non dobbiamo rassegnarci e perderci d’animo. Dio non delude mai. È sempre il Dio con noi. Dio è dalla nostra parte sempre e comunque nonostante tutto».

“Le cose vecchie sono passate” dice l’apostolo Paolo, perché ciò che è passato è nelle mani di Dio e “ne sono nate di nuove”.

Don Giuseppe ricorda quanto non è stato realizzato da coloro che hanno il dovere, civile e religioso, di prodigarsi per il benessere del quartiere. «Non lasciamoci sopraffare dalla rassegnazione dalla stanchezza per le problematiche che il quartiere vive, per un abbandono da parte di chi ha il dovere e il diritto di preoccuparsi di questa porzione di città. Come la liturgia del Natale ci suggerisce “Oggi sapete che il Signore vieni a salvarci: domani vedrete la sua Gloria”, rimbocchiamoci le maniche con fiducia, abitiamo con rinnovata speranza il quartiere e con gioia viviamo la vita di ogni giorno nella certezza che non da “soli” ma “insieme” faremo grandi cose».

Gli auguri di don Giuseppe Zingaro: «Il Natale sia per me, per don Franco, per don Sabino, per Suor Rinalda, per Suor Carmela e per ciascuno di voi, abitanti del quartiere, la ri-nascita alla vita».

sabato 30 Dicembre 2017

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Mazzone Federica
Mazzone Federica
6 anni fa

Don Giuseppe ha ragione. Il quartiere è in uno stato di abbandono.. la voglia c'è e ce la metteremo tutta!

Campana Annagrazia
Campana Annagrazia
6 anni fa

Grande Don Giuseppe