Domenico Strisciuglio, soprannominato
"Mimmo la luna", in carcere da 17 anni al 41 bis, non sarebbe
più a capo del clan barese che porta il suo nome. Come reggente
gli sarebbe subentrato suo fratello Sigismondo, anche lui
detenuto da tempo, ma in un regime meno restrittivo del che gli
avrebbe consentito di continuare a gestire gli affari del clan.
Per questo, nel processo 'Agorà', il gup del Tribunale ha
assolto Mimmo dall'accusa di associazione per delinquere di
stampo mafioso e ha invece condannato il fratello Sigismondo a
18 anni di reclusione. La sentenza riguarda 49 presunti
affiliati al clan accusati di mafia, traffico e spaccio di
droga, detenzione di armi ed esplosivi, lesioni personali
aggravate, estorsioni per fatti compiuti tra il 2011 e il 2015.
Il giudice ha condannato 41 imputati (pene tra i 20 e i 3 anni)
e ne ha assolti 8. La moglie di Sigismondo, Eugenia Prudente,
unica donna imputata, è stata condannata a 8 anni e 8 mesi di
reclusione per aver portato droga al marito in cella.
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