(ANSA) - ROMA, 25 GIU - Riparte dallo storico mercato nel
centro di Teheran la protesta contro il carovita in Iran.
Inferociti dal continuo aumento dei prezzi e dalla contemporanea
svalutazione del rial nei confronti del dollaro, i commercianti
del Grand Bazar hanno oggi abbassato le loro saracinesche in una
sorta di sciopero spontaneo, e si sono riuniti con altri
manifestanti, mentre iniziative simili sono state segnalate
anche in altri centri commerciali della capitale iraniana.
In breve tempo, la polizia è intervenuta, facendo ampio uso
di gas lacrimogeni e manganelli, come hanno riferito diversi
testimoni, mentre proprio in quelle zone della città le linee
telefoniche sono state interrotte.
Non molto tempo dopo, migliaia di manifestanti si sono
riversati nelle strade della capitale e una manifestazione di
protesta è arrivata anche fin davanti al Parlamento, dove di
nuovo le forze di sicurezza sono intervenute e hanno fatto
ricorso ai lacrimogeni per disperdere la folla.
Le fonti ufficiali non hanno dato notizia dei disordini al
Grand Bazar, mentre solo l'agenzia Fars ha riferito della
manifestazione davanti al parlamento per chiedere ai deputati di
"mettere fine all'aumento dei prezzi".
In alcune dichiarazioni pubbliche il procuratore di Teheran,
Abbas Jafari Dolatabadi, ha parlato di fake news e ha dato la
colpa dei disordini alle autorità degli Stati Uniti che "tentano
di incoraggiare il popolo iraniano a lasciarsi andare alla
disobbedienza civile".
Tuttavia, online sono stati diffusi diversi filmati video in
cui si possono vedere dei manifestanti che avvisano i
loro compagni urlando "ci attaccano con i gas lacrimogeni".
Altri video mostrano una carica della polizia contro i
manifestanti. E ancora, nel bazar alcuni manifestanti che si
sono spinti fino ad aggredire i negozianti che non volevano
chiudere i loro negozi, apostrofati come "codardi". E poi la
folla che urla slogan, come "Lasciamo la Siria, pensate a noi",
o frasi del genere contro le attività militari anche in Yemen o
Palestina.
Alla fine dello scorso anno simili manifestazioni si sono
verificate in decine di città del Paese, con un bilancio di
almeno 25 persone uccise e di quasi 5.000 altre arrestate.
Allora Teheran venne però in gran parte risparmiata dal
fenomeno, al punto che secondo Bbc News online, le
manifestazioni di oggi sono le più massicce nella capitale sin
dal 2012. Manifestazioni in parte innescate dall'ennesima
impennata del valore del dollaro sul rial, arrivato ad un cambio
di uno per oltre 90 mila, mentre alla fine del 2017, prima che
il presidente americano Donald Trump uscisse dall'accordo sul
nucleare, era inferiore ad uno per 43 mila.
Una tendenza che è certamente destinata a peggiorare quando
ad agosto tornerà a farsi sentire l'impatto delle sanzioni di
nuovo introdotte dagli stati Uniti. (ANSA).