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Rossini Opera Festival: Pynkosky, Ricciardo e Zoraide lotta di potere

Rossini Opera Festival: Pynkosky, Ricciardo e Zoraide lotta di potere

Parla il regista dell'opera inaugurale

PESARO, 11 agosto 2018, 20:43

di Alessandra Massi

ANSACheck

Musica: Pynkosky, Ricciardo e Zoraide lotta di potere - RIPRODUZIONE RISERVATA

Musica: Pynkosky, Ricciardo e Zoraide lotta di potere - RIPRODUZIONE RISERVATA
Musica: Pynkosky, Ricciardo e Zoraide lotta di potere - RIPRODUZIONE RISERVATA

PESARO - "Nessuna contrapposizione tra bianchi e neri, tra etnie o religioni, tra Europa e Africa", al contrario "il dramma si focalizza sulla lotta per il potere all'interno delle relazioni e degli scontri tra i protagonisti".
    Il regista canadese Marshall Pynkosky presenta così Ricciardo e Zoraide che ha aperto il Rossini Opera Festival 2018, un'edizione speciale in occasione del 150/o anniversario della morte del compositore pesarese.

Formatosi come danzatore, cofondatore insieme a Jeannette Lajeunesse Zingg (che cura le coreografie) del gruppo Opera Atelier con base a Toronto, cultore del genere barocco, Pynkosky si è è fatto l'idea che "al di là del fatto puramente estetico, Ricciardo e Zoraide non ha mai voluto essere una rappresentazione del mondo africano o europeo". "Nella vicenda - aggiunge - non ho trovato un profondo conflitto tra religioni, l'unico riferimento ad una diversità culturale è rappresentato dall'affermazione di Agorante quando sostiene di poter avere più di una moglie. A parte questo, i sentimenti dei vari protagonisti sono del tutto simili, che siano musulmani o cristiani: questi ultimi in effetti sono i più ambigui e, se vogliamo, disonesti, ricorrendo spesso a doppi giochi e sotterfugi, mentre i musulmani sono più diretti ed onesti rispetto ai loro sentimenti ed alle loro volontà politiche".

  Secondo il regista "le contrapposizioni culturali e religiose sono molto minori rispetto, ad esempio, al Ratto dal serraglio di Mozart. Un'altra cosa che ho volutamente evitato - sottolinea - è creare un parallelo tra gli scontri contemporanei che il mondo occidentale ha rispetto all'Islam ed alle ondate di rifugiati e migranti perché ritengo che indeboliremmo le intenzioni dei librettisti dell'epoca". "Le partiture rossiniane - seguita Pynkosky - sono impreziosite da lunghi momenti lirici che amo particolarmente, perché permettono a noi registi di creare momenti intimi tra i personaggi ed anche l'inserimento di balletti ed effetti scenici che spostano ulteriormente l'attenzione su ciò che i personaggi stanno esprimendo. La danza assumerà in effetti una grande importanza nella nostra produzione e si inserirà durante i vari cori ed i momenti strumentali: i ballerini saranno parte integrante dell'azione sia del coro che dei solisti".

La nuova produzione in scena all'Adriatic Arena, diretta da Giacomo Sagripanti, con un cast di lusso che comprende il tenore superstar Juan Diego Flórez, Sergey Romanovsky, la diva sudafricana in ascesa Pretty Yende e Nicola Ulivieri. 

   

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