C'è un filo che lega i rapporti fra
Stato e mafia dalla Prima alla Seconda Repubblica ed emerge da
sentenze definite in Cassazione. E ci sono verdetti che
delineano quanto accaduto tra le due epoche, quando Tangentopoli
scompaginò le carte. I 25 anni di indagini e processi e migliaia
di atti giudiziari sono riassunti nel saggio "Commedianti.
Andreotti, Berlusconi e la mafia" (122 pp., Epoké editore, 14
euro), scritto dal giornalista dell'ANSA Giampaolo Grassi.
Il libro si snoda attraverso le sentenze a carico dell'uomo
simbolo della Prima Repubblica, Giulio Andreotti, e di Marcello
dell'Utri, braccio destro dell'uomo simbolo della Seconda
Repubblica, Silvio Berlusconi. E si chiude con il verdetto di
primo grado sulla trattativa Stato-mafia. "Sui rapporti fra
Stato e mafia - è scritto nell'introduzione - è stato detto e
scritto tutto e il contrario di tutto. Forse è utile riannodare
le fila del discorso e, per orientarsi meglio in questo
ginepraio, usare i punti cardinali individuati dalla
magistratura".
Il tutto partendo da un presupposto: "Anche i giudici - si
avverte - prendono cantonate, anche nelle sentenze ci sono
scritte delle sciocchezze e spesso i verdetti di oggi
contraddicono quelli di ieri. Però il risultato di un
procedimento giudiziario resta il punto finale di un lavoro a
tutto tondo: i tribunali e le corti decidono dopo aver assistito
al confronto fra l'accusa e la difesa, avendo dunque a
disposizione tutte le carte distribuite durante la partita".
La rilettura delle sentenze fornisce anche chiavi
interpretative finora rimaste sotto traccia nella pubblicistica
e in un dibattito pubblico spesso animato da innocentisti o
colpevolisti a priori. Perché commedianti? "C'è un'ipotesi che
si affaccia nelle sentenze di appello su Andreotti e su
Dell'Utri: che fra i vertici di Cosa nostra e quelli
istituzionali ci sia stata un'intesa continua, ma che spesso
abbia assunto la forma del gioco delle parti. Cioè, che i
mafiosi abbiano millantato coi politici e che i politici lo
abbiano fatto coi mafiosi. Che gli uni abbiano fatto agli altri
promesse che non intendevano o non potevano mantenere, e
viceversa".
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