Un brano dall’atmosfera natalizia, una composizione sacra ispirata dalle parole di Papa Francesco che parla di come la vera bellezza della vita è… l’aver vita: è “Hallelujah” di Remo Anzovino. “La vita non è bella per necessità – spiega il pianista e compositore - e di fatto “bella” in assoluto non lo è mai, ma è bella perché è unica e nella sua unicità contiene contraddizioni di bene e male”. Hallelujah è una preghiera laica, un invito per chi ascolta a condividere la gioia di sentirsi umano, ovvero di appartenere a quell’insieme di vite passate, presenti e future in cui intelletto, passioni, corpo e spirito si fondono.
Racconta Remo Anzovino a proposito della nascita di questo brano: "Chi sono io per giudicare? Sento questa frase pronunciata da Bergoglio, mentre distrattamente in una stanza d’albergo guardo un telegiornale. Lui è in aereo e sta rispondendo ad una domanda di un giornalista riguardo il tema degli omosessuali e della disciplina giuridica delle loro unioni. La frase mi colpisce, perché pur amando follemente la musica sacra, resto sostanzialmente un laico, profondamente attratto da tutto ciò che è spirituale, assai meno da ciò che è confessionale. Il mattino seguente sono con Taketo Gohara, il mio produttore. Metto le mani sul pianoforte e senza sapere perché, suono dalla prima all’ultima nota il brano che sarebbe poi diventato “Hallelujah”, lo suono come fosse sempre esistito. Taketo si avvicina chiedendomi cosa fosse e mentre risuono questa musica fa un video col telefono, perché non la perdessimo. È la mia prima composizione sacra, un brano che si basa su una melodia senza sviluppo che si ripete tre volte, con un lavoro semplice di contrappunto tra le due voci – la mano destra e la mano sinistra – nella terza esposizione. Nulla ho modificato, l’ho registrata esattamente come la suonai quella mattina. È un dono che ho ricevuto, e i doni si accettano".
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