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Libri, 16 ritratti di Donne in Russia

Libri, 16 ritratti di Donne in Russia

"Là dove s'inventano i sogni" di Margherita Belgiojoso

ROMA, 03 ottobre 2018, 09:35

Claudio Salvalaggio

ANSACheck

Là dove s 'inventano i sogni di Margherita Belgiojoso - RIPRODUZIONE RISERVATA

Là dove s 'inventano i sogni di Margherita Belgiojoso - RIPRODUZIONE RISERVATA
Là dove s 'inventano i sogni di Margherita Belgiojoso - RIPRODUZIONE RISERVATA

 MARGHERITA BELGIOJOSO, LA' DOVE S'INVENTANO I SOGNI - DONNE DI RUSSIA (GUANDA, PP. 304, 19,00 EURO) Sedici ritratti di donne russe che si passano il testimone da un capitolo all'altro sullo sfondo di oltre due secoli di storia, da Caterina II a Putin, passando per la rivolta decabrista, la rivoluzione bolscevica, le purghe staliniane, l'assedio di Leningrado, i gulag e la perestrojka.
    "La' dove si inventano i sogni. Donne di Russia", di Margherita Belgiojoso, giornalista per una decina d'anni a Mosca, dipana il fil rouge che accomuna la vita straordinaria di cantanti, ballerine, attrici, rivoluzionarie e dissidenti, poetesse e scrittrici, giornaliste e amanti influenti. Non tutte note al grande pubblico, ma tutte con storie avventurose, caratteri forti e soprattutto con la capacita' di sognare, di essere visionarie, come suggerisce il titolo, citazione di un verso della Akhmatova. Sono donne che, per gli strani scherzi della storia, a volte si sono incontrate e hanno avuto una casa in comune. Oppure hanno lottato per gli stessi ideali di liberta' e uguaglianza, tra entusiasmo e disillusione. Figure che a volte sembrano uscite da un romanzo dell'Ottocento e che hanno lasciato un segno nella tumultuosa storia russa, dove le donne sono tuttora una forza trainante della societa' e della vita quotidiana, anche se spesso misconosciuta.
    L'autrice scava abilmente nelle pieghe piu' recondite delle loro biografie prendendosi "qualche liberta' narrativa", ma non troppo, come suggerisce l'ampia bibliografia, e arricchisce il racconto con molti aneddoti, anche in chiave italiana: come Togliatti che si faceva correggere all'hotel Lux di Mosca i compiti di russo da Elena Bonner, futura dissidente con il marito Andrei Sakharov (anche lei tra le 'icone' del libro).
    La galleria femminile e' inaugurata dal soprano Praskovia Kovaleva, una serva della gleba che diventa diva teatrale alla corte di Caterina II, amante segreta e poi moglie clandestina del conte Nikolai Sheremetev. La capricciosa ballerina Matilda Ksesinskaia era invece l'amante dello zarevic Nikolai, il futuro ultimo zar Nicola: il film 'Matilda' che racconta la sua storia d'amore ha suscitato scandalo nella Russia di Putin.
    Tra le star moderne domina invece Liubov Orlova, "il sorriso del cinema sovietico", "l'americana dell'Urss'" per il suo aspetto hollywoodiano che l'aveva portata a interpretare spesso il personaggio di una donna statunitense. Era l'attrice preferita di Stalin, ma quando doveva presentarsi da lui doveva farsi coraggio con un bicchierino.
    Ecco poi Maria Volonskaya, quasi un'eroina byroniana, che trova il coraggio di rinunciare a tutto, figlioletto incluso, per seguire nel duro esilio siberiano il marito decabrista. Tra le rivoluzionarie spiccano Aleksandra Kollontai, prima ministro donna nella storia russa (con Lenin) che con le sue riforme spiano' la strada all'uguaglianza femminile, ed Ekaterina Furceva, un'operaia diventata ministro della cultura con Krushiov dopo essere stata la prima donna nel Politburo.
    La galleria include le poetesse Zinaina Gippius e Anna Akhmetova, Lili Brik (la musa di Maiakovski), l'artista costruttivista Varvara Stepanova, la scrittrice esule Nina Berberova. Non manca Svetlana Allilueva, la figlia di Stalin che ebbe un tormentato rapporto col padre e poi scappo' in Usa. Ci sono anche due giornaliste: Olga Bergholz , la coraggiosa voce di radio Leningrado che tenne vive le speranze degli abitanti durante l'interminabile assedio nazista, e Anna Politkovskaia, l'unica tra queste donne che l'autrice ha conosciuto prima che fosse assassinata e alla quale dedica l'epilogo, chiudendo il cerchio con un omaggio alla "giornalista piu' rispettata del Paese, anche se di un paese dove i giornali li leggono in pochi".
   

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