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Papa: pastorale Chiesa accolga anche coppie conviventi

Papa: pastorale Chiesa accolga anche coppie conviventi

"Accompagnare giovani famiglie anche dopo il matrimonio"

ROMA, 27 settembre 2018, 18:42

Redazione ANSA

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Papa Francesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

Papa Francesco - RIPRODUZIONE RISERVATA
Papa Francesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Auspico che l'orizzonte della pastorale familiare diocesana sia sempre più vasto, assumendo lo stile proprio del Vangelo, incontrando e accogliendo anche quei giovani che scelgono di convivere senza sposarsi. Occorre testimoniare loro la bellezza del matrimonio!". Lo ha affermato papa Francesco nell'udienza di questo pomeriggio, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, ai partecipanti al Corso di formazione promosso dalla Diocesi di Roma e dal Tribunale della Rota Romana su "Matrimonio e famiglia".

"Accompagnare giovani coppie anche dopo il matrimonio"  - "Il matrimonio non è soltanto un evento 'sociale', ma un vero Sacramento che comporta un'adeguata preparazione e una consapevole celebrazione. Il vincolo matrimoniale, infatti, richiede da parte dei fidanzati una scelta consapevole, che metta a fuoco la volontà di costruire insieme qualcosa che mai dovrà essere tradito o abbandonato". Lo ha detto papa Francesco ricevendo in udienza questo pomeriggio, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, i partecipanti al Corso di formazione promosso dalla Diocesi di Roma e dal Tribunale della Rota Romana su "Matrimonio e famiglia" (24-26 settembre). Al corso hanno partecipato parroci, diaconi permanenti, sposi e operatori della pastorale familiare. Francesco ha sottolineato che "in diverse Diocesi del mondo si stanno sviluppando iniziative per rendere più adeguata alla situazione reale la pastorale familiare, intendendo con questa espressione in primo luogo l'accompagnamento dei fidanzati al matrimonio". Per il Pontefice, "è importante offrire ai fidanzati la possibilità di partecipare a seminari e ritiri di preghiera, che coinvolgano come animatori, oltre ai sacerdoti, anche coppie sposate di consolidata esperienza familiare ed esperti nelle discipline psicologiche". Il Papa ha evidenziato come le problematiche che emergono dopo la celebrazione del matrimonio trovino l'origine "in una immaturità nascosta e remota esplosa improvvisamente", ma soprattutto "nella debolezza della fede cristiana e nel mancato accom-pagnamento ecclesiale", "nella solitudine in cui vengono lasciati di solito i neo-coniugi". E' così che essi "si scoprono inadeguati, specialmente se si confrontano con la portata e il valore del matrimonio cristiano, per quanto riguarda i risvolti concreti connessi all'indissolubilità del vincolo, all'apertura a trasmettere il dono della vita e alla fedeltà". E' per questo che Francesco ha ribadito la necessità di un "catecumenato permanente" per il sacramento del matrimonio, che riguardi "la sua preparazione, la celebrazione e i primi tempi successivi". In altre parole, "un cammino condiviso tra sacerdoti, operatori pastorali e sposi cristiani". L'accompagnamento, insomma, "non termina con la celebrazione delle nozze, ma 'scorta' almeno i primi anni di vita coniugale". Laddove, poi, si sperimentano "seri problemi" e "crisi", occorre "in certi casi - da valutare con rettitudine e libertà interiore - offrire indicazioni appropriate per intraprendere un processo di nullità". "Quanti si sono resi conto - ha aggiunto il Pontefice - che la loro unione non è un vero matrimonio sacramentale e vogliono uscire da questa situazione, possano trovare nei vescovi, nei sacerdoti e negli operatori pastorali il necessario sostegno, che si esprime non solo nella comunicazione di norme giuridiche ma prima di tutto in un atteggiamento di ascolto e di comprensione".

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