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Sudafrica, Ramaphosa è il nuovo capo dell'Anc

Sudafrica, Ramaphosa è il nuovo capo dell'Anc

Eletto di misura, ora punta alla presidenza del Paese nell elezioni del 2019

19 dicembre 2017, 19:37

Eloisa Gallinaro

ANSACheck

Cyril Ramaphosa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cyril Ramaphosa - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cyril Ramaphosa - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' Cyril Ramaphosa il nuovo presidente dell'African National Congress (Anc), il partito che fu di Nelson Mandela, e sarà lui, in questa veste, il candidato alle presidenziali del 2019 che dovranno scegliere il successore di Jacob Zuma, al suo secondo e ultimo mandato. Il Congresso del partito, al potere da quando, nel 1994, si tennero le prime elezioni libere e multirazziali della storia del Sudafrica, lo ha votato con 2.446 voti decretando la vittoria di misura - con 179 voti di scarto - sull'avversaria Nkosazana Dlamini-Zuma, ex presidente della commissione dell'Unione Africana ed ex moglie di Zuma.

Di fatto, gli oltre 4700 delegati hanno sancito una spaccatura nello storico partito della lotta contro l'apartheid, e ora spetterà al neo presidente ricompattarlo sotto la bandiera della lotta alla corruzione che ha rallentato l'economia e tolto sempre più credito a Zuma, coinvolto in una serie di scandali che hanno più volte messo in forse la sua poltrona. Anche perché quelle del 2019 potrebbero essere le prime elezioni in cui l'Anc rischia la sua finora indiscussa supremazia.

Ramaphosa, considerato uno degli uomini d'affari più ricchi del Sudafrica e attuale vicepresidente, non vanta un curriculum immacolato sotto il profilo della gestione dei suoi affari ma la vittoria per la leadership del partito è comunque una vittoria dell'ala riformatrice che punta su un rilancio dell'economia. anche rassicurando gli investitori stranieri. Ora sembra venuto il momento del 65/enne neo presidente dell'Anc, amatissimo da Mandela che però non riuscì a imporlo come suo successore. E' comunque un veterano della lotta anti-apartheid e fu leader del potente Num (National Union of Mineworkers), il sindacato dei minatori sudafricani che con i suoi scioperi a metà anni Ottanta mise in seria difficoltà il regime segregazionista bianco.

Da allora molto è cambiato, ma non la povertà della maggioranza dei sudafricani, delusi dall'incapacità dell'Anc di guidare una vera redistribuzione della ricchezza. Il Sudafrica è tra i Paesi con il più alto squilibrio socio-economico: il 10 per cento della popolazione concentra nelle sue mani il 66 per cento del reddito, secondo il World Inequality Report 2018. L'economia è in recessione e la disoccupazione è attorno al 30 per cento. Il partito, paralizzato dalle lotte interne, ha perso consensi e, nelle municipali dell'anno scorso, anche il controllo di molte città. Guardando al 2019, il primo obiettivo di Ramaphosa è tentare di riguadagnare consensi se vuole sedersi sullo scranno che fu di Nelson Mandela piuttosto che su quello traballante dei suoi successori, Jacob Zuma in testa.

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