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A Istanbul vertice sulla Siria, 'serve soluzione politica'

Putin, Merkel e Macron con Erdogan: 'Costituente entro l'anno'

Una soluzione alla crisi in Siria può essere solo politica, non militare. E per raggiungerla, entro la fine dell'anno si dovrà formare una commissione costituente. Per la prima volta attorno allo stesso tavolo, i leader di Germania, Russia, Turchia e Francia provano a rilanciare il dialogo per porre fine a un conflitto che dura da 7 anni e mezzo. Seduti fianco a fianco, Merkel, Putin, Erdogan e Macron sollecitano un'iniziativa internazionale sponsorizzata dall'Onu. "Ma sarà uno dei processi politici più complicati" di sempre, avverte pragmatica la cancelliera tedesca.

La dichiarazione congiunta firmata dai quattro leader punta sulla costituente che, ricorda il presidente russo, era già stata concordata a Sochi dal terzetto di Astana - oggi assente, ma opportunamente evocato, l'Iran. Il nodo resta quello dei componenti. Oltre allo scontro tra Damasco - che "per rispetto" bisogna chiamare "il governo, non il regime", ammonisce Putin - e l'opposizione, resta il veto assoluto di Erdogan sui curdi. Una scadenza ora comunque c'è: per evitare un nuovo flop, i lavori dovranno essere lanciati entro due mesi. Sarebbe il preludio al necessario passo successivo: "elezioni libere" in cui saranno i siriani a decidere del proprio futuro, con l'inevitabile monitoraggio delle Nazioni Unite. Ciò su cui i leader si dicono già d'accordo è il rifiuto di "agende separatiste mirate a indebolire la sovranità e l'integrità territoriale della Siria, oltre che la sicurezza nazionale dei Paesi vicini".

Una concessione, quest'ultima, al pressing di Ankara contro le mire autonomiste dei curdi. Un accordo politico, aggiungono, è necessario anche per favorire il ritorno a casa "sicuro e su base volontaria" dei rifugiati siriani. Dalla Turchia, ricorda Erdogan, ne sono rientrati finora 260 mila. Ma ancora ne restano 3 milioni e mezzo. E "senza un processo politico, non ci sarà un ritorno durevole, perché sono fuggiti da quello che ha fatto il regime", e anzi "altri continueranno a fuggire", avvisa Macron, che con Merkel torna a condannare Bashar al Assad per l'uso delle armi chimiche. Nel frattempo, concordano i leader, è necessario rafforzare gli aiuti umanitari.

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