Dopo l'Europeo, i Mondiali in Russia. E' la nuova impresa dell'Islanda calcistica, che prima di scendere in campo nel torneo iridato ha già stabilito un primato, strappato a Trinidad&Tobago che giocò in Germania nel 2006, quello di rappresentare il paese meno popolato di sempre in un Mondiale. Gli abitanti del paese scandinavo sono 334.252, solo diecimila in più di una città come Bari, eppure grazie al successo di ieri sul Kosovo il sogno è diventato realtà, e a fine partita i giocatori hanno potuto ripetere le scene che all'Europeo in Francia entusiasmarono pubblico neutrale e telespettatori, ovvero esibendosi nella 'Geyser dance' assieme ai tifosi sugli spalti. Scene che si rivedranno anche in Russia, sperando che vada bene come in Francia, quando la corsa dell'Islanda continuò fino ai quarti di finale e la sconfitta contro i padroni di casa francesi, dopo aver fatto una 'vittima' illustre negli ottavi, quell'Inghilterra che quel giorno visse la propria Corea.
Ora però l'Islanda, che nel suo match inaugurale agli Europei pareggiò col Portogallo poi campione, non è più una sorpresa, e lo testimonia il fatto che in queste eliminatorie ha vinto un girone in cui c'erano anche Croazia, Turchia, Ucraina e Finlandia, rivali non sempre abbordabili. L'Islanda le ha battute giocando un calcio attento alla fase difensiva e tenendo sempre un possesso palla inferiore al 50%, che però non ne ha diminuito l'efficacia. Affrontarla è difficile, anche perché la squadra è composta da giocatori che si conoscono dai tempi in cui erano l'under 21 che nel 2011 prese parte alle fase finale degli Europei di categoria. Il gruppo di allora è rimasto compatto e sta facendo miracoli anche a livello assoluto, vivendo il tutto sempre con spensieratezza.
Alla guida di questa squadra c'è un tecnico, il 50enne Heimir Hallgrimsson, che fino al 2016 era il vice dello svedese Lars Lagerback e che in precedenza, per dodici anni, aveva allenato le donne alternando questo lavoro con quello di dentista nel suo villaggio, Westmannaeyjar, di cinquemila abitanti. Ha smesso di occuparsi di carie e 'ponti' solo alla vigilia degli ultimi Europei, ma non è detto che prima o poi non riapra lo studio. A chi si chiede quale sia il segreto del boom calcistico dell'Islanda bisogna invece ricordare che da 15 anni nel paese è in vigore un programma anti-alcol e droghe basato sulla pratica sportiva e in particolare sul calcio, con la costruzione di campi, molti dei quali indoor e riscaldati. L'attuale leva calcistica dell'Islanda si è formata e perfezionata così e ora cercherà di stupire, e divertirsi insieme ai tifosi, anche in Russia.