Il giudice ha preso tempo, ma intanto i buu razzisti a Bakayoko diventano un caso internazionale. La coda di polemiche alla semifinale di Coppa Italia tra Milan-Lazio non si esaurisce: sui cori e gli insulti contro il giocatore rossonero e il compagno di squadra Kessie la decisione arriverà lunedì, al momento il giudice sportivo ha espresso una riserva sul comportamento dei tifosi laziali a San Siro. La mancata sospensione della gara è stato il motivo contestato dal club rossonero, che già ieri aveva inviato agli organi competenti i video in cui si sentono gli ululati denigratori all'interno dello stadio. "I cori di qualche imbecille non vengono sospesi alla sospensione delle partite, ma dal 99% dei tifosi che sono educati e rispettosi" dice il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ribadendo la sua contrarietà già nota allo stop delle partite. Decisamente più dura la linea del suo compagno di governo e di partito, Giancarlo Giorgetti.
"Ci sono sofisticati sistemi per identificare chi si rende responsabile di questi episodi. Cominciamo ad allontanare dagli stadi quelli che vanno solo per fare casino. Bisognerebbe copiare dall'Inghilterra" l'auspicio del sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega allo sport. "Se decidiamo che è il prefetto che interrompe le partite - aggiunge - lo sport ha perso. E' un delicato equilibrio: ci vorrebbero pene esemplari". Il caso però adesso fa discutere oltre i confini nazionali: la rete contro il razzismo nel calcio europeo Fare ha chiesto infatti misure urgenti e l'intervento di Uefa e Fifa. La stampa britannica riporta infatti la dura presa di posizione dei gruppi internazionali riconosciuti dagli organi calcistici che sollecitano predisposizione di "misure speciali" ad hoc per l'Italia finita sotto i riflettori per intolleranza e razzismo.