L'organizzazione afferma che nella ricerca ha analizzato affermazioni e false informazioni riguardo rifugiati e migranti in diversi Paesi, a partire dalla Francia, per determinare le differenze e le somiglianze tra le fake news sui rifugiati in Stati come Usa, Regno Unito, Germania, Svezia, Italia. "Video, fotografie e immagini unite a xenofobia e opinioni contro i migranti possono essere utilizzate per far crescere i discorsi d'odio", scrive Teyit. La ricerca parte dal caso di un video che mostra l'aggressione di un medico da parte di un uomo che è stato segnalato come un rifugiato siriano, descrizione poi rivelatasi falsa. Teyit spiega che il video è stato diffuso in Francia per mettere in cattiva luce il tema dei rifugiati durante il periodo di elezioni, e che è stato diffuso anche in Spagna. Un altro caso mostra la foto di alcune persone che cercavano di fuggire dall'Albania verso l'Italia nel 1991, ripresa recentemente con la falsa descrizione che l'immagine mostrerebbe rifugiati nel tentativo di fuggire dalla Libia nel Mediterraneo.
Secondo la ricerca, le fake news che riguardano i rifugiati implicano spesso "accuse diverse che utilizzano un linguaggio che è eliminatorio. Queste accuse sono spesso divise in otto categorie fondamentali: azioni criminali, aiuti di Stato, economia, invasione, terrorismo e religione". In particolare, informazioni false riguardano rifugiati o migranti che molesterebbero le donne, terroristi confusi con rifugiati, governi che aiutano economicamente di più i rifugiati rispetto ai propri cittadini. Per quanto riguarda la religione, le false notizie riportano spesso di rifugiati coinvolti in atti irrispettosi verso festività quali il Natale, o responsabili di attacchi alle chiese. In ogni caso, il tema principalmente utilizzato dalle fake news riguarda soprattutto il presunto legame tra rifugiati e casi criminali. "È possibile dire che queste false notizie siano state realizzate per creare la sensazione che le persone che hanno lasciato i loro Paesi e siano emigrate (...) siano una minaccia alla sicurezza, che non possano adattarsi alla società e che disturbino la pace e l'armonia degli individui", sottolinea Teyit, che denuncia come "tali accuse sui rifugiati possano anche portare a violenza fisica" contro gli stranieri.
(ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA