(ANSAmed) - TUNISI, 28 MAG - Un primo gruppo di diciotto
migranti del Bangladesh e un egiziano, sopravvissuti ai naufragi
avvenuti al largo della Tunisia tra il 10 e il 12 maggio, (nei
quali hanno perso la vita 59 persone partite dalla Libia), ha
lasciato la Tunisia per i rispettivi paesi di origine il 20 e il
24 maggio scorsi dall'aeroporto della capitale, nell'ambito di
un programma di ritorno volontario assistito realizzato
dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Lo
rende noto la stessa Oim in Tunisia in un comunicato precisando
che i sopravvissuti a detti naufragi sono stati in tutti 85. Di
loro, 34 venivano dalla Somalia, 28 dal Bangladesh, 12
dall'Eritrea, Marocco, Sudan, Egitto e Tunisia. L'Oim si è
mobilitata fin dall'arrivo dei superstiti a Sfax e Zarzis,
insieme alla Mezzaluna Rossa tunisina. "L'urgenza è stata
innanzitutto garantire le cure mediche necessarie ai migranti e
fornire loro soluzioni di alloggio temporaneo in condizioni
dignitose" ha detto Daghrir Rabi, capo della delegazione Oim di
Sfax. Quindici minori non accompagnati sono stati sistemati
presso il Centro di Inquadramento e Orientamento Sociale di
Sfax, grazie agli sforzi congiunti del Ministero degli Affari
sociali e delegati alla protezione dei minori. Nel contempo, le
varie organizzazioni della società civile hanno potuto
accogliere tredici giovani donne e minori a Tunisi. L'OIM, oltre
ad assicurare le cure mediche del caso ha facilitato anche il
contatto con le famiglie di origine, in collaborazione con il
Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr). Ad oggi, una
ventina di migranti sopravvissuti, dalla Somalia, Eritrea, Sudan
ed Egitto hanno chiesto lo status di rifugiato e di loro si
sta occupando l'Ufficio dell'Alto Commissariato per i Rifugiati
(Unhcr). Molti altri sopravvissuti hanno espresso la volontà di
unirsi alle loro famiglie nei loro paesi d'origine. (ANSAmed)
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