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Migranti:Oim Tunisia,via a primi ritorni volontari

Per superstiti naufragi al largo della Tunisia del 10,12 maggio

28 maggio 2019, 16:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAmed) - TUNISI, 28 MAG - Un primo gruppo di diciotto migranti del Bangladesh e un egiziano, sopravvissuti ai naufragi avvenuti al largo della Tunisia tra il 10 e il 12 maggio, (nei quali hanno perso la vita 59 persone partite dalla Libia), ha lasciato la Tunisia per i rispettivi paesi di origine il 20 e il 24 maggio scorsi dall'aeroporto della capitale, nell'ambito di un programma di ritorno volontario assistito realizzato dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Lo rende noto la stessa Oim in Tunisia in un comunicato precisando che i sopravvissuti a detti naufragi sono stati in tutti 85. Di loro, 34 venivano dalla Somalia, 28 dal Bangladesh, 12 dall'Eritrea, Marocco, Sudan, Egitto e Tunisia. L'Oim si è mobilitata fin dall'arrivo dei superstiti a Sfax e Zarzis, insieme alla Mezzaluna Rossa tunisina. "L'urgenza è stata innanzitutto garantire le cure mediche necessarie ai migranti e fornire loro soluzioni di alloggio temporaneo in condizioni dignitose" ha detto Daghrir Rabi, capo della delegazione Oim di Sfax. Quindici minori non accompagnati sono stati sistemati presso il Centro di Inquadramento e Orientamento Sociale di Sfax, grazie agli sforzi congiunti del Ministero degli Affari sociali e delegati alla protezione dei minori. Nel contempo, le varie organizzazioni della società civile hanno potuto accogliere tredici giovani donne e minori a Tunisi. L'OIM, oltre ad assicurare le cure mediche del caso ha facilitato anche il contatto con le famiglie di origine, in collaborazione con il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr). Ad oggi, una ventina di migranti sopravvissuti, dalla Somalia, Eritrea, Sudan ed Egitto hanno chiesto lo status di rifugiato e di loro si sta occupando l'Ufficio dell'Alto Commissariato per i Rifugiati (Unhcr). Molti altri sopravvissuti hanno espresso la volontà di unirsi alle loro famiglie nei loro paesi d'origine. (ANSAmed)

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