ROMA - A 15 anni, in Palestina circa il 25% dei ragazzi e il 7% delle ragazze non vanno più a scuola. E' quanto emerge dal rapporto realizzato dall'Unicef Palestina e dell'Istituto di statistica dell'Unesco, in collaborazione con il ministero per l'Istruzione, sui minori che abbandonano gli studi. La frequenza scolastica è quasi totale tra i bambini di età compresa fra i 6 e i 9 anni, ma si riduce tra gli adolescenti.
La situazione è leggermente peggiore in Cisgiordania (i ragazzi che non vanno a scuola sono il 18,3%) rispetto alla Striscia di Gaza (14,7%). Tra i motivi principali dell'abbandono c'è un'istruzione di scarsa qualità, spesso vista come un fattore non rilevante nelle vite dei ragazzi, la violenza fisica ed emotiva a scuola (sia da parte degli insegnanti che dei coetanei) e il conflitto armato. Altro problema è l'accesso alle scuole visto che in Cisgiordania, i bambini sono spesso costretti ad attraversare numerosi checkpoint, blocchi stradali o aggirare gli insediamenti israeliani per arrivare in aula. "L'accesso a istruzione di qualità in un ambiente scolastico sicuro aiuterà tutti i bambini a continuare a frequentare la scuola e a sviluppare le conoscenze e le competenze necessarie per progredire nella vita", ha detto Genevieve Boutin, rappresentante speciale dell'Unicef in Palestina.
Nella Striscia di Gaza, invece, le aule sono sovraffollate: la media è di 37 alunni per classe. Fra coloro che sono iscritti dal primo al decimo anno scolastico, circa il 90% frequenta scuole organizzate su due turni. Ciò riduce le ore per l'apprendimento e la capacità degli insegnanti di seguire i bambini, soprattutto quelli che hanno difficoltà di apprendimento e comportamentali.