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scordato cosimodi Comunità San Francesco Saverio
L'invito a partecipare alla messa domenicale non è un dovere appiccicato dall'esterno, ma un richiamo della Chiesa a capire che per essere cristiani è decisivo l'adesione a Gesù Cristo, che nell'eucarestia si fa pane di vita, si fa pane spezzato per gli tra, atto di comunione con Dio e tra di noi; partecipare alla messa, pertanto, è una scelta coraggiosa e comporta la decisione di seguire Gesù Cristo su questa strada, tentando di somigliar sempre di più a lui, nel dono di noi stessi, nel servizio umile, nella condivisione dei nostri doni con i nostri fratelli/sorelle.

Nessuno di noi riesce pienamente in questa sequela; per questo la liturgia fin all'inizio della messa ci fa riconoscere di essere peccatori e, proprio un momento prima della comunione, ci fa ripetere: "Signore non sono degno di partecipare alla tua mensa..."; i questo senso, nessuno si ciò consideri pienamente "immacolato" come se avesse promosso tutto quello che poteva e avesse evitato tutto quello che doveva.

Ciononostante, se la partecipazione all'eucarestia può convivere anche con la quotidiana esperienza del peccato, non può convincer con le situazioni che rappresentano la sua radicale negazione; ci riferiamo alle tante situazioni che sono all'opporti della comunione col Signore e tra i fratelli/sorelle; ricordiamo alcune di queste situazioni: l'appartenenza all'associazione mafiosa o a gruppi criminali che promuovono gesti di prepotenza e di morte verso gli altri; la schiavizzazione delle persone; la partecipazione a organizzarsi che compromettono radicalmente la convivenza umana (inquinamento, produzione delle armi di distruzione, sistemi correttivi, operazioni finanziarie che provocano sperequazioni sociali, dipendenze e sfruttamento di popoli...). Se la partecipazione alla messa non comporta per davvero la decisione di tenere le distanze da tutto questo, allora tanto vale non partecipare alla messa, altrimenti si profana ulteriormente quel corpo del Signore, che già viene profanato nel corpo delle persone.

In particolare la recente scomunica, che Papa Francesco ha confermato nei confronti dell'associazione mafiosa e di chi vi appartiene, va compresa come dichiarazione di inconciliabilità tra appartenenza alla organizzazione mafiosa e appartenenza al corpo del Signore e e alla sua Chiesa; d'altra parte, come possiamo ascoltare l'annunzio evangelico: "questo è il mio corpo donato per voi" se siamo pronti a calpestarlo o distruggerlo?

Detta condanna, comunque, non è un giudizio definitivo da parte della Chiesa; piuttosto include anche l'appello alla conversione, al cambiamento di vita perché la grazia di Dio abbia il sopravvento sulle terribili disgrazie prodotte dalla mafia; a causa della durezza die cuori, comprendiamo sempre di più la difficoltà al cambiamento da parte di chi è abituato a dominare sugli altri, è interessato solo all'accumulo ingiusto dei soldi, minaccia e usa la violenza o , col pizzo, campa spudoratmente sulle spalle degli altri.. Ma vogliamo sperare che la mafia, come tutti i fenomeni umani, possa essere sconfitta unendo tutte le energie: forze dell'ordine, istituzioni culturali, politica, economia sana, slancio religioso... per un progetto di umanità nel quale ogni boss sia messo a nudo dalla rivendicazione, a front alta, della libertà e dignità da parte di tutti!.

ANTIMAFIADuemila
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