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messina denaro matteo 600Palermo. La polizia che stamattina ha effettuato una serie di perquisizioni nel trapanese nell'ambito delle indagini per la cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro avrebbe trovato un nascondiglio. Gli inquirenti non danno particolari sulla scoperta fatta mentre cercavano tracce del padrino di Castelvetrano. Gli agenti hanno passato al setaccio abitazioni, case rurali, locali, magazzini di persone ritenute vicine al capomafia di Castelvetrano. Diciassette i denunciati. Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate anche lettere, un pc e un tablet.

Mafia: Anno Zero; restituite a imprenditore quote società
Il tribunale del Riesame ha restituito all'imprenditore Vincenzo Titone le quote della società '17 Nero' sequestrate nell'ambito dell'operazione antimafia della Dda di Palermo contro gli uomini del clan del boss Matteo Messina Denaro. Titone, accusato di associazione a delinquere finalizzata alle scommesse clandestine, reato aggravato dall'avere favorito Cosa nostra, detiene il 40% delle quote della società di uno degli arrestati, Carlo Cattaneo, imprenditore nel settore delle scommesse. Secondo la tesi difensiva sostenuta dal suo legale, l'avvocato Massimiliano Miceli, Titone avrebbe acquistato legalmente la sua parte della società.

Medico e imprenditore favoreggiatori Messina Denaro
Ci sono anche un medico e un imprenditore tra i 17 denunciati per favoreggiamento nell'ambito del blitz disposto dalla Dda di Palermo contro i fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Si tratta di Francesco Burrafato, 76 anni, ex primario di Chirurgia dell'ospedale di Castelvetrano da anni vicino alla famiglia del capomafia ricercato. Al medico sono stati sequestrati un pc e un tablet. Denunciato anche l'imprenditore Marco Giovanni Adamo, tra gli storici favoreggiatori del padrino. La Dia in passato gli ha sequestrato beni per oltre 5 milioni.

ANSA

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