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Roma. "6 agosto 1980, la mafia uccide il procuratore di Palermo Gaetano Costa. Fu tra i primi a capire che cosa nostra si stava radicando nel tessuto economico e politico siciliano e che non avrebbe certo rinunciato alla violenza se qualcuno avesse provato a fermarli. Era un uomo per bene, dedito completamente al suo lavoro, che considerava una missione. Per me fu un maestro: quando molti anni dopo ebbi l'onore di guidare la procura di Palermo feci tesoro dei suoi insegnamenti che mi hanno accompagnato fino ad oggi". Lo scrive su Facebook, Pietro Grasso, leader di Leu.

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