Migrantes: nel 2017 arrivati in Italia 34% in meno di migranti

In 130 mila hanno fatto richiesta protezione, 80 mila per asilo

FEB 21, 2018 -

Bologna, 21 feb. (askanews) – Nel 2017 sono arrivati in Italia 119.369 persone, il 34% in meno rispetto alle 181.436 del 2016 (erano state 153.842 nel 2015). Di questi – secondo i dati del ministero dell’Interno – hanno chiesto protezione nel nostro paese circa 130 mila persone, mentre nel 2016 i richiedenti asilo erano stati 123.600, e 83.970 nel 2015. E’ la prima volta che il numero dei richiedenti asilo supera gli arrivi via mare durante l’anno. Il primo paese di provenienza si conferma la Nigeria, seguita da Guinea, Costa d’Avorio, Bangladesh, Mali ed Eritrea. E’ quanto emerge dal rapporto “Il Diritto d’asilo. Accogliere, proteggere, promuovere, integrare” della Fondazione Migrantes, presentato a Ferrara.

Nel 2017, come si legge nel rapporto di Migrantes, sono stati esaminati circa 80 mila richiedenti asilo. È stata accordata protezione a oltre 30 mila di essi. Ma una larga maggioranza, poco sotto il 60%, si sono visti respingere la loro domanda. Questa percentuale è rimasta analoga a quella registrata nel 2016, dopo due anni di forte crescita. Alla fine del 2017 erano in accoglienza nel nostro paese 183.681 richiedenti asilo e rifugiati: appena il 3 per mille dei residenti. (segue) Red L’approfondimento del report 2018 della Migrantes è dedicato all’accoglienza in famiglia di richiedenti asilo e rifugiati. Negli ultimi tre anni oltre 400 nuclei familiari hanno accolto almeno 500 persone (soprattutto rifugiati ma anche richiedenti asilo); 4 di esse sono finanziate con fondi SPRAR, una con fondi CAS, una (“Rifugiato a casa mia” di Caritas nazionale e Caritas diocesane) con fondi CEI dell’8 per mille e una tramite fund raising e donazioni private.

L’accoglienza in famiglia, spiegano i promotori, è “una pratica e un laboratorio di progettualità che nel nostro paese ha una storia ormai quasi decennale, iniziata dal basso, dalla volontà, dall’intuizione e dalla dedizione di pochi, come spesso accade in questo campo. Ma che ha le potenzialità per diventare molto più diffusa e per far crescere nuovi spazi di incontro e di relazione solidale (invece che di chiusura e contrapposizione), di cui hanno tanto bisogno sia il nostro Paese che l’Europa”.

Il rapporto di Migrantes si conclude, prima di un’appendice che riporta i 20 punti di azione proposti dal Dicastero vaticano per la promozione dello sviluppo umano integrale in vista dei Global Compact ONU di questo 2018, con quattro proposte inedite per superare l’attuale crisi – “un vero e proprio vicolo cieco” – del diritto d’asilo in Europa: “se accolte, queste proposte avrebbero positive ricadute sull’intera società del vecchio continente, oltre che, naturalmente, sui percorsi di integrazione degli stessi rifugiati”.

Si propone, prima di tutto, un “nuovo regolamento di Dublino finalmente aderente al principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati”. Posizione netta di “rifiuto dei concetti di ‘Paese terzo sicuro’ e di ‘Paese di primo asilo’, ad oggi solo proposti dall’Ue ma in insanabile contrasto con la tradizione giuridica europea in materia di asilo”. Si chiede inoltre “l’introduzione di un regolamento Ue che disciplini il ‘reinsediamento’ dei rifugiati da paesi terzi prevedendo per gli Stati membri obblighi chiari”. Infine si propone “un’estensione della protezione sussidiaria, ancorandola alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”.

“L’augurio – scrivono il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis, e la co-curatrice del rapporto, Mariacristina Molfetta – è che questo testo possa contribuire a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga, a chi arriva nel nostro continente e nel nostro Paese, e che possa esserci d’aiuto a ‘restare umani’, ad aprire la mente e il cuore allontanando diffidenza e paura”.