Colpo alla camorra, 14 arresti a Napoli (in manette anche un finanziere)

Blitz nei confronti dei clan Di Lauro e Vinella Grassi

FEB 28, 2018 -

Napoli, 28 feb. (askanews) – Ci sono anche un finanziere che prestava servizio presso il Gruppo Pronto Impiego di Napoli e Salvatore Di Lauro, 30enne conosciuto come “terremoto” e figlio del boss della camorra Paolo alias “Ciruzzo ‘o milionario”, tra i 14 destinatari dei provvedimenti restrittivi eseguiti all’alba a Napoli su mandato della procura antimafia partenopea in un blitz nei confronti dei gruppi camorristici Di Lauro e Vinella Grassi, attivi nei quartieri Secondigliano e Scampia.

Sono state 13 le persone finite in carcere e una agli arresti domiciliari per i reati, contestati a vario titolo, tra cui associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, favoreggiamento ed estorsioni, con condotte accertate nel periodo dal 2012 al 2014.

Ad eseguire le ordinanze cautelari, nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Dda, gli agenti della Squadra mobile della Questura di Napoli, del Servizio Centrale Operativo e i militari del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Napoli.

L’ordinanza è stata emessa dal gip all’esito della rivalutazione dell’intero materiale probatorio raccolto in fase di indagine e riproposto con nuova richiesta dalla procura della Repubblica, dopo l’annullamento della precedente misura, eseguita il 6 giugno 2017, nei confronti di 27 persone, per gli stessi reati.

L’attuale provvedimento scaturisce dalla confluenza in un unico procedimento penale di più filoni di indagine, condotti distintamente dalla polizia giudiziaria sotto il coordinamento della Dda, grazie ai quali è stato possibile accertare le responsabilità di capi, promotori e sodali delle associazioni camorristiche Di Lauro e Vinella Grassi, delle quali sono stati ricostruiti gli interessi criminali, con particolare riferimento ad un vasto traffico di sostanze stupefacenti, per lo più hashish e cocaina, che vedeva coinvolte figure di vertice dei due clan, in affari tra loro e con altri gruppi criminali tra cui i Marfella-Pesce di Pianura.

Oltre all’ingente business del traffico di droga, è stato accertato anche un ampio giro di furti di auto e conseguenti estorsioni attraverso la tecnica del cosiddetto cavallo di ritorno. Le indagini hanno analizzato l’operatività dei clan a partire dal 2012, epoca in cui, dopo la definitiva scissione dai Di Lauro, avvenuta nel 2007, il gruppo della Vinella Grassi si era, nel tempo, affermato sempre più sugli scenari di Secondigliano e Scampia, stringendo alleanze con i Marino e Leonardi e dando vita allo scontro armato con gli Abete-Abbinante-Notturno, meglio noto come “terza faida di Scampia”.

Si è potuto così accertare, nell’ambito della faida, il coinvolgimento nel tentato omicidio di Giovanni Esposito, detto “‘o muort” anche di Claudio A., finanziere “infedele” con il grado di appuntato scelto, allora in forza al Gruppo Pronto Impiego di Napoli e attualmente sospeso dal servizio.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il militare, oltre a figurare tra le persone più vicine ad Antonio Mennetta, boss reggente della Vinella Grassi arrestato il 4 gennaio 2013, durante il suo periodo di latitanza, sarebbe stato coinvolto nel traffico di sostanze stupefacenti gestito dal gruppo della Vinella Grassi, intessendo, tra l’altro, rapporti diretti anche con figure di spicco dei Di Lauro.

Red