“Debito ingiusto” Napoli: opposizioni contro de Magistris ma divise

Pd e Lega insieme ma i dem lasciano quando arriva Casapound

APR 14, 2018 -

Napoli, 14 apr. (askanews) – Migliaia i napoletani in piazza questa mattina. Tutti scesi a manifestare per la grande mole di debito ma con vari distinguo. Perché se i fronti sono sostanzialmente due (quello del sindaco de Magistris, che bolla come “ingiusto” il debito di 85 milioni di euro che risale al terremoto dell’80, e quello degli anti-de Magistris (che, di contralto, lo ritengono responsabile della crescita di altri debiti ben più consistenti maturati negli anni del suo governo), è anche vero che il fronte degli oppositori si è frantumato nel giro di pochi giorni. Così le piazze sono almeno tre (ciascuna con i suoi colori e suoi ritmi) ma le parti contrapposte sono molte di più. E anche quell’affiancamento un po’ bizzarro del Pd e della Lega uniti contro il primo cittadino – in piazza Trieste e Trento a circa 500 metri da piazza Municipio – si spezza presto per un terzo (se non anche un quarto) incomodo: i militanti di Casa Pound e Forza Nuova.

La scena principale della rappresentazione è sicuramente in piazza Municipio, proprio sotto Palazzo San Giacomo sede dell’amministrazione comunale. Il popolo arancione di Dema (il movimento Democrazia e Autonomia con il quale de Magistris punta a scendere nell’agone politico intrenazionale in sintonia con l’ex ministro Greco Varoufakis e alcuni sindaci come Ada Colau di Barcellona) è organizzatissimo. C’è un grande palco proprio sotto il balcone su cui ieri è stato affisso un altro contestatissimo striscione su cui campeggia la scritta “No al debito ingiusto. Napoli libera”.

E poi un simbolo tradizionalmente sacro che viene usato in modo più profano: l’ampolla del sangue di San Gennaro realizzata con tanti palloncini e sorretta da due catene. Per de Magistris il “nodo” è quello degli 85 milioni del Cr8 risalenti al terremoto dell’Irpinia (23 novembre 1980) ma i suoi oppositori richiamano la sentenza della Corte dei conti che ha condannato il Comune al pagamento aggiungendo una multa di altri 85 milioni per non aver inserito questa voce nel bilancio del 2016 e per averlo fatto solo nel 2017. Il mondo dell’associazionismo, sia civico che politico, è diviso. Ci sono organismi che parteggiano per il sindaco (tra questi Centro sociali e Potere al Popolo) altri che lo contrastano e manifestano nella vicina piazza Trieste e Trento, a poche decine di metri da piazza del Plebiscito. E’ qui che si consuma un’ulteriore divisione: vertici del Pd (la segretaria regionale Tartaglione, il segretario provinciale Costa, in parlamentari Siani e Valente) rifiutano di condividere la piazza con i militanti di Casapound. D’altra parte ci sono stati anche molti esponenti dem (Fiola e Daniele tra i consiglieri regionali) che si sono sganciati da una partecipazione con il neo deputato della Lega Cantalamessa. Anche Forza Italia si è divisa sul partecipare alla contromanifestazione: il capogruppo al Comune Lanzotti ha aderito mentre hanno detto ‘No’ Carfagna e Nappi. Questo per non parlare del fatto che anche un altro fronte antisindaco, quello di Fratelli d’Italia, ha manifestato in un terzo spazio e a modo suo. Diversa la posizione assunta dal M5s che non ha preso parte a nessuna delle due manifestazioni. Dal fronte penstatellato si registra le dichiarazioni di Paola Nugnes secondo cui il M5S è pronto ad aiutare i Comuni in difficoltà tra cui, ça va sans dire, Roma e Torino.