Roma, Pelonzi-Corsetti: grazie a Pd ok a regole beni confiscati

"M5S nega consulta e ufficio di scopo"

GIU 21, 2018 -

Roma, 21 giu. (askanews) – “Finalmente oggi, anche la Capitale ha un regolamento sull’assegnazione dei beni sequestrati alle mafie. È un atto fondamentale per Roma su cui il gruppo del PD capitolino si è fortemente impegnato coordinandosi con le associazioni antimafia e recependo anche le loro osservazioni. A questo risultato l’Aula Giulio Cesare è potuta giungere solo grazie al gruppo del PD che ha garantito fino alla votazione finale il numero legale”. Così in una nota il capogruppo del pd capitolino Antongiulio Pelonzi e il consigliere dem Orlando Corsetti.

“Dopo mille iniziative, appelli alla Sindaca e dopo 2 anni di attesa, siamo riusciti finalmente ad adottare un atto fondamentale per il contrasto della criminalità organizzata – continuano – Il regolamento di assegnazione dei beni sequestrati alle mafie, cosa che altre città italiane hanno già fatto da tempo, sana una situazione non più sostenibile anche alla luce di molteplici accadimenti riconducibili alle attività criminali di organizzazioni ben strutturate sul territorio romano”.

Il riutilizzo per fini sociali o istituzionali dei beni confiscati, aggiungono “è uno strumento efficace di contrasto alle mafie ma per raggiungere l’obiettivo di coinvolgere tutti i cittadini deve essere considerato in un’ottica di sviluppo comunitario in termini di occupazione, inclusione sociale, miglioramento della qualità della vita e della democrazia partecipativa. Per misurare le azioni concrete e l’impegno dell’amministrazione su legalità e giustizia sociale non è sufficiente solo il regolamento per l’assegnazione e l’utilizzo dei beni confiscati ma sarebbe stato necessario istituire un ufficio di scopo con il coinvolgimento attivo dei municipi interessati e una consulta cittadina, due scelte che purtroppo la maggioranza M5S ha rifiutato nel bocciare nostri specifici emendamenti”.

Sarà necessario altresì, secondo il Pd “un monitoraggio costante sull’effettivo utilizzo sociale dei beni rispondente ai bisogni dei territori e delle persone più fragili. Per scrivere la parola fine all’opacità dell’ attuale gestione servirebbe più coraggio che oggi la maggioranza non ha dimostrato di avere”