Camorra, sequestrati hotel e autosalone riconducibili a clan

Nel Napoletano, un indagato è finito agli arresti domiciliari

LUG 3, 2018 -

Napoli, 3 lug. (askanews) – Cinque strutture alberghiere, un autosalone e svariati conti correnti, riconducibili ad alcuni storici fiancheggiatori dei clan camorristici Di Lauro e Bocchetti, sono stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli su mandato della Direzione distrettuale antimafia partenopea. L’attività di indagine ha messo a sistema un’ingente mole di investigazioni condotte nei confronti di diversi gruppi familiari, da cui sono emersi numerosi indizi e riscontri sul network imprenditoriale sfruttato dai clan per la ripulitura e il reinvestimento dei capitali illeciti. Ai domiciliari – spiega una nota delle Fiamme Gialle – è finito Pietro Virgilio, detto “Pierino o’ infermiere”, considerato un affiliato ai Di Lauro, con un passato da storico contrabbandiere di tabacchi lavorati esteri. Nel suo periodo di maggiore espressione criminale, Virgilio era stato tra gli attori principali del commercio clandestino di “bionde” degli anni ’90, accumulando un ingente patrimonio. A lui risulta riconducibile un’azienda di Casoria (Napoli), attiva nel commercio di autoveicoli, che è stata sequestrata. Carmine Acquavella, deceduto nel 2014, era, invece, affiliato ai Bocchetti, di cui era diventato il tesoriere, curandone il riciclaggio dei proventi illeciti. Per i magistrati si serviva del supporto sia di familiari che di conoscenti, tra cui la moglie e i figli di quest’ultima. Tra le attività commerciali utilizzate per il reimpiego dei patrimoni “neri”, ci sono cinque strutture alberghiere situate tra Napoli, Casavatore, Giugliano in Campania e Melito di Napoli, oggi sottoposte a vincolo patrimoniale.